Docenti universitari in sciopero: da ieri e fino al 31 Ottobre a rischio i primi appelli d’esame della sessione autunnale per migliaia di studenti.
Tra i 79 atenei italiani aderenti alla protesta nazionale c’è anche l’Università degli Studi della Basilicata.
Sono 41 i docenti dell’Unibas favorevoli a quest’iniziativa promossa dal “Movimento per la dignità della docenza universitaria”, per chiedere lo sblocco definitivo delle classi e degli scatti stipendiali.
Era dagli anni ’70 che l’università italiana non si trovava a fare i conti con una protesta così radicale e clamorosa.
Quarant’anni dopo, quasi 5.550 tra professori e ricercatori italiani hanno deciso di incrociare le braccia proclamando uno sciopero facendo saltare il primo appello.
Ma la protesta dei docenti va avanti da tempo: è iniziata tre anni fa, con una prima lettera al governo a cui ne hanno fatto seguito molte altre, indirizzate anche al capo dello Stato.
A spingere i professori allo sciopero il blocco degli scatti stipendiali tra il 2011 e il 2015 e la richiesta che lo “scongelamento” parta dal primo gennaio 2015, come tutti gli altri pubblici dipendenti, e non dal primo gennaio 2016.
I docenti chiedono anche il riconoscimento a fini giuridici del quadrienno 2011-2014, con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco datato primo gennaio 2015.
I professori si asterranno dal tenere il primo degli appelli degli esami già programmati, per la durata massima di 24 ore, corrispondenti alla giornata fissata per il primo degli appelli che cadano nel periodo 28 Agosto – 31 Ottobre.
Tutti gli esami corrispondenti verranno, di conseguenza, spostati all’appello successivo, che si terrà regolarmente.
Nel periodo della protesta verrà assicurata in ogni caso la tenuta di almeno un appello degli esami.
Nelle sedi in cui i calendari degli esami prevedano un solo appello per gli esami in questo periodo, i docenti si asterranno dal tenere l’appello, per la durata massima di 24 ore corrispondenti alla giornata fissata, ma sarà chiesto alle strutture degli atenei di competenza di fissare un appello straordinario dopo il quattordicesimo giorno dalla data del giorno dello sciopero.
Purtroppo a pagare il prezzo più alto di questa protesta sono gli studenti, in tanti dovranno pianificare nuovamente le date degli esami, rallentando il percorso di studio.