Nel corso di una più vasta indagine diretta dalla Procura della Repubblica e condotta dalla Polizia di Stato, Squadra Mobile di Potenza, Sezione reati contro al PA – riguardante estese, reiterate ed illecite collusioni fra pubbliche amministrazioni, professionisti ed imprenditori in Basilicata, in data odierna, è stata data esecuzione, ad un’ordinanza applicativa di 3 misure cautelari personali degli arresti domiciliari, disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Potenza e a decreti di perquisizione emessi da questo Ufficio, nei confronti di D.A. P. Luogotenente della Guardia di Finanza della Compagnia di Potenza addetto all’Ufficio “I° del Comando Regionale della G.d.F Basilicata”, D. B. R., Avvocato del Foro di Potenza e D. L. B. geometra, già componente dello staff del Governatore della Basilicata Marcello Pittella, attualmente Consigliere Regionale.
E’ stata data esecuzione ad ulteriori decreti di perquisizione disposte dalla Procura della Repubblica nei confronti di altri indagati.
Questo primo ed iniziale filone d’indagine ha consentito di delineare un quadro indiziario di indubbia gravità a carico degli indagati, in relazione a condotte di corruzione, corruzione in atti giudiziari, traffico di influenze illecite, di cui agli artt. 319, 319-ter e 321, 326 e 346-bis C.p., reati commessi in un più ampio contesto di collusioni con Pubblici Ufficiali, capace di condizionare l’attività amministrativa della Regione Basilicata e di altre Pubbliche Amministrazioni.
In particolare sono emerse dazioni di denaro di D. B., in favore dei due coindagati, vuoi per ottenere, da D.A., informazioni riservate, da utilizzare per scopi privatistici, vuoi per ottenere, da D. L., le necessarie entrate per condizionare lo sviluppo di procedimenti amministrativi riguardanti, per quanto riguarda il caso oggetto di contestazione, una società facente capo all’imprenditore pugliese V. B.
Durante l’attività d’indagine — che ha svelato un sistema di comunicazione fra gli indagati attraverso canali riservati – hanno assunto rilevanza investigativa i continui contatti telefonici ed i successivi incontri, tutti di persona, tra D. L. B. e l’avvocato D. B. e fra quest’ultimo e D. A. durante i quali sono state versate, dal predetto legale, somme di denaro contante destinate a remunerare i predetti coindagati.
In sostanza è emerso che D. B., oltre alla normale attività di assistenza legale nelle fasi contenziose, era divenuto il referente ed il tramite con le PA di una vasta cordata di imprenditori, fra i quali il predetto B.V.M., che è amministratore della società già beneficiaria di un appalto di circa 100 milioni di euro in Basilicata, che si rivolgeva, in più occasioni, proprio all’avvocato D. B. per i diversi “affari” da portare a termine in Basilicata e non solo.
Tra gli affari della che la società rilevava, nel presente contesto investigativo, l’opera c.d. “Schema idrico Basento Troco di Acerenza” e, soprattutto, il pagamento dei lavori realizzati — invero con successive varianti – dalla citata impresa.
In particolare l’iter amministrativo relativo a tale pagamento risultava bloccato negli uffici della Regione Basilicata, motivo per il quale D.B. si rivolgeva a D. L. — individuato in virtù del suo rapporto molto stretto con Pittella.
In occasione dei contatti finalizzati a sbloccare la pratica della società, è stata documentata, anche visivamente, la consegna di 25 mila euro in contanti da parte dell’avvocato D. B. a D. L. (asseritamente per sostenere la campagna elettorale di Pittella).
Come poi sopra anticipato, lo svolgimento dell’attività investigativa – cui, per questo aspetto, ha egregiamente collaborato nell’acquisizione dei riscontri, il Nucleo di Polizia economico-finanziatia della G.d.F. di Potenza – ha fatto emergere anche la condotta delittuosa posta in essere dal luogotenente della G. d. F., D.A.
In particolare, costui, che era responsabile del delicatissimo ufficio informazioni della G.d.F in Basilicata, vendeva stabilmente al co-indagato avv. D. B. la sua funzione pubblica e in particolare atti e informazioni riservate relative sia all’attività di intelligence svolta dal suo Ufficio, sia ad indagini giudiziarie in corso, sia tratte dalla Banche dati in uso al Corpo.
In particolare, nel corso delle indagini, venivano documentate, anche visivamente, più dazioni di denaro contante di D. B. a D.A. per un ammontare complessivo di circa 10.000 euro.