Grande successo ieri sera a Lavello per la seconda sagra dedicata alla famosa specialità locale: il raviolo di ricotta dolce.
“Ù Cauzuncìdde dè Lavidd” è tornato nel Pescarello.
A renderlo possibile, con l’alto patrocinio del Comune di Lavello, l’Associazione Labellum, composta da giovani molto attivi e volenterosi di rendere vitale il paese in cui sono cresciuti.
Eccoli tutti:
- Lobuono Luigi
- Pace Maurizio
- Pace Antonello
- Terranegra Gianpaolo
- Carella Michele
- Vurchio Andrea
- Vurchio Francesco
- Zagaria Antonio
- Grimaldi Nicola
Ma cosa rende speciale questa pietanza?
Il cuore e i segreti che ogni massaia mescola al ripieno di:
- 250 g di ricotta;
- 100 g di zucchero;
- un pizzico di cannella.
Avvolto in una sfoglia composta da:
- 500 g di di farina;
- sale;
- olio;
- acqua.
Come, quando e dove nasce questo piatto, ce lo racconta Paride Leone, esperto di Storia della Gastronomia e Presidente Slow Food Basilicata:
“I Romani non conoscevano il raviolo, ma il cuoco Marco Gavio Apicio preparava la ‘torta di Apicio’, che potremmo considerare antesignana del raviolo.
Nel duecento, due medici arabi di Baghdad descrivono il ‘Sambusuch’, un raviolo triangolare ripieno di carne trita e spezie, lo citano anche nella versione dolce.
Ne troviamo testimonianza nella Biblioteca Nazionale di Parigi, in un manoscritto composto da 162 carte tradotto dalla corte Angioina di Napoli.
Il manoscritto contiene la ricetta del raviolo derivante da una specialità arabo-persiana.
La ricetta giunge in Italia a mezzo delle corti sveva e angioina, tradotto in Latino testualmente ‘sambusuch, id, est calizon panis’; si descrive anche il ripieno con carne tritata e spezie tra cui la cannella.
Del periodo francese rimangono pietanze come la besciamelle, la fricassea (fricassée), il gateau (gattò) e le croquette.
La traduzione citata favorisce la diffusione del termine ‘calizon’, le conseguenze delle forme dialettali convergono nel termine in ‘cauzun’ e, per le, forme di piccole dimensioni, in ‘cauz’ng’dd’.
L’introduzione nell’area del Vulture dei cauz’ng’dd potrebbe essere collegata alla corte Sveva.
In Sicilia ed in particolare nella provincia di Trapani, preparavano pasta ripiena con ricotta, cannella e zucchero.
L’utilizzo della cannella o cinnamomo ha origini asiatiche: Sri Lanka e Cina.
Si diffonde nel mediterraneo a mezzo degli arabi.
Oltre all’area del Vulture e Lavello, i cauz’ngìdd dolci li troviamo a Ragusa, Teramo, Gesualdo in provincia di Avellino e Sardegna”.
Ecco quali saranno le linee generali della manifestazione, illustrateci proprio dall’Associazione Labellum:
“Ci apprestiamo a far rivivere lo strepitoso successo della prima edizione (lo scorso anno), tra arte, cucina, tradizione, folklore, musica, canto, ma, sopratutto, tipicità, con l’ormai famosissimo ‘raviolo dolce’, tipico di Lavello.
Quest’anno il percorso sarà molto diverso e ricco di nuovi eventi, per regalare una sagra fuori dall’immaginario collettivo.
La nostra visione è quella di unire tradizione e modernità, per coinvolgere vecchie e giovani generazioni”.
Di seguito un assaggio del programma che ha caratterizzato la prima giornata.
Sabato 26 Ottobre, alle ore 17:00:
- Apertura e visita Stands Enogastronomici
- Museo Civico di Lavello Forentum Ritrovato
- Museo della Civiltà Contadina
- Esposizione Auto e Moto d’epoca presso Atrio Comunale
Ore 19:00:
- U Cauz’ngìdd in piazza
- A passeggio nel centro storico con le “Dop Model”
- Esibizione del Mastro Casaro direttamente dalla pluripremiata azienda Posticchia Sabelli
- Laboratorio didattico de U Cauz’ngìdd con nonna Lucia
Ore 20:00:
- Prima spadellata
- Color Party presso il campetto ex Casale con Arix e Virtual DJ
- Esibizione Gruppo Folk “i F’st’nidd” in occasione della Giornata Nazionale del Folklore
- Animazione per bambini presso ex Asilo Fortunato
- Intrattenimento con il Gruppo Scout Lavello 1 presso Piazza Madonna delle Grazie
Ore 21:00:
- MAURO VULPIO e la sua Band
- l’organetto di Donato Florenti
Per la giornata di oggi, uno degli appuntamenti più interessanti è rappresentato dal Pranzo conviviale, atteso in Piazza Plebiscito, dove sarà possibile soddisfare le vostre papille gustative e rallegrare il vostro umore grazie all’accogliente esibizione dell’Eco dei Briganti.
In occasione della Sagra, la nota via del Domino, è stata addobbata con i costumi tipici del celebre Carnevale lavellese, riconosciuto tra i Beni del Patrimonio Culturale Intangibile della nostra regione.
Un evento esplosivo e di successo, ricco di sorprese e novità, destinato a diventare un appuntamento fisso del calendario lavellese.
Oltre allo speciale raviolo, anche questa sera non mancheranno altri prodotti tipici quali:
- Braciole al sugo
- Patate cotte sotto la cenere
- Formaggi
- Aglianico del Vulture.
Un’occasione di crescita culturale e condivisione, aperta veramente a tutti, anche a coloro che amano spostarsi in camper, i quali potranno lasciare i loro mezzi in un’area attrezzata nei pressi di piazza Enrico Mattei.
Siete pronti?
Dopo il grande successo di ieri, ci vediamo tutti stasera a Lavello!
Di seguito il programma nel dettaglio, con alcune foto della serata di ieri.