Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Senatore Arnaldo Lomuti (Vicepresidente Gruppo Parlamentare Movimento 5 Stelle Senato):
“È stata presentata una interrogazione al ministro Stefano Patuanelli, al Mise, Ministero per lo sviluppo economico, che interessa le recenti battaglie ambientali sostenute in Basilicata contro il progetto di stoccaggio di gas della società Geogastock S.p.A.
Ricordiamo che la società russa è titolare di un progetto di stoccaggio gas da realizzare nella Concessione Eni “Cugno le Macine”, nel territorio tra Ferrandina e Pisticci in Basilicata, che prevede una centrale di compressione del gas, per stoccarlo a circa 1500 metri di profondità, e il riadattamento dei pozzi sottostanti e la realizzazione di collegamenti orizzontali tra gli stessi pozzi della concessione.
Un evidente pericolo di disastro ambientale in un’area già compromessa da 50 anni di estrazioni di gas e petrolio, più l’industria chimica della Pozzi, dell’ex Anic ora Tecnoparco, una centrale elettrica ora dismessa e con la presenza dei resti della ex Materit, società di produzione di amianto.
Tutta una serie di effrazioni al territorio e alle sue falde che rappresentano le ragioni per cui tutta l’area è anche una delle più ampie aree Sin italiane da bonificare.
Con l’interrogazione, del senatore lucano Arnaldo Lomuti, è stato in sostanza chiesto al ministro il perché dal Ministero per lo sviluppo economico sia stata più volte procrastinata alla società Geogastock la data di inizio attività di realizzazione dell’impianto di stoccaggio (l’ultima in ordine di tempo reca la data del 30 agosto 2019), nonostante la società russa Eviva, che detiene la Geogastock, sia fallita; nonostante la durata finanziaria dei suoi titoli (duration) non diano garanzie e nonostante si sia anche vista respingere un ricorso, dal Tar Lombardia prima ed in appello poi al Consiglio di Stato (sentenza n. 1578/2019), teso all’ottenimento dell’annullamento della delibera n.182/2015 dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico (AEEGSI).
Delibera con la quale si negava l’accesso della società di stoccaggio ai finanziamenti pubblici per la realizzazione dell’impianto di Cugno le Macine.
Nel precisare che queste strutture di stoccaggio altro non sono che fenomeni di speculazione sul prezzo del gas, comprato in estate a prezzi bassi per rivenderlo in inverno a prezzi più elevati, con l’interrogazione è stato chiesto al ministro di sapere per quali ragioni non si sia già provveduto alla revoca della concessione di stoccaggio.
Perché viene procrastinato l’inizio dei lavori a una società che è in fallimento, che non ha avuto accesso a finanziamenti pubblici e che, per sua dichiarazione, non ha fondi per realizzare l’impresa?
Quali azioni in Ministro intende proporre in ordine alla necessaria revoca della concessione di stoccaggio?”.