Ci sono anche 23 italiani fra 301 ricercatori che il Consiglio europeo della Ricerca ha deciso di finanziare con 600 milioni di euro.
Al quarto posto come numero dopo tedeschi, francesi e olandesi, a realizzare il loro progetto nel nostro Paese saranno solo 7.
Il finanziamento, chiamato “Consolidator grant”, si pone l’obiettivo di consolidare l’attività scientifica su progetti di eccellenza.
Vasta la gamma di argomento coperti dal finanziamento: si va dalle scienze fisiche all’ingegneria, dalle scienze della vita alle scienze sociali e umanistiche.
Mariya Gabriel, commissaria europea per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, secondo quanto riporta Tgcom24, ha dichiarato:
“Le conoscenze sviluppate in questi nuovi progetti ci consentiranno di comprendere le sfide che affrontiamo a un livello più sostanziale e potrebbero fornirci passi in avanti e innovazioni che non avevamo nemmeno immaginato.
Gli investimenti dell’Ue nella ricerca di frontiera rappresentano un investimento nel nostro futuro, motivo per cui è così importante raggiungere un accordo su un ambizioso bilancio di ‘Horizon Europe’ per il prossimo bilancio pluriennale.
La maggiore disponibilità di finanziamenti di ricerca ci consentirebbe inoltre di creare maggiori opportunità ovunque nell’Ue.
L’eccellenza non dovrebbe essere una questione di geografia”.
Dal canto suo, il professor Jean-Pierre Bourguignon, presidente dell’Erc, il cui mandato terminerà il 31 Dicembre dopo sei anni in carica, ha sottolineato (Fonte Tgcom24):
“Ho avuto l’immenso privilegio di vedere migliaia di menti brillanti in tutto il nostro continente ricevere la fiducia e il sostegno per perseguire le loro idee più audaci.
È stata un’esperienza esaltante attraverso innumerevoli incontri di persona con molti di loro, per ascoltare le loro storie e trarre ispirazione.
Per quanto riguarda la ricerca di frontiera non sorprende che un numero schiacciante di loro abbia già fatto passi avanti che continueranno a contribuire notevolmente per affrontare le sfide future.
Mentre dico addio a un’organizzazione che rimarrà sempre vicino al mio cuore, sono ancora una volta molto impressionato quando vedo quest’ultima serie di beneficiari finanziata dal Consiglio europeo della ricerca.
Il fatto che l’Erc li autorizzi mi rende orgoglioso di essere europeo”.