Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del consigliere Gianni Perrino, portavoce del M5S:
“Avremmo voluto discuterne in aula alla presenza del Presidente Bardi, ma come ben noto, sugli accordi con la TOTAL, la maggioranza sembra essersi data alla macchia.
Alla luce di questo assordante silenzio siamo stati costretti a mettere nero su bianco le nostre perplessità e i nostri dubbi a chiedere, formalmente, al Presidente della Regione e alla Giunta regionale di revocare o di annullare le delibere relative agli accordi con TOTAL sul giacimento di Tempa Rossa (DD.GG..RR. nn. 860/2019 e 877/2019).
La nostra non è una posizione “ideologica”: a seguito di una lettura dei due documenti (e in particolare dell’l’Accordo Quadro Integrato approvato con la D.G.R. n. 860/2019 e dei suoi allegati) sono emerse una serie di anomalie e criticità che comprometterebbero seriamente la legittimità degli atti e porrebbero gli interessi pubblici, la stessa Regione e il suo territorio in una posizione di svantaggio e di subordine rispetto ai colossi petroliferi TOTAL E&P Italia, Mitsui E&P Italia B S.r.l. e Shell.
Dall’analisi delle clausole inerenti le cosiddette “compensazioni ambientali” emergono una serie di criticità per la Regione Basilicata.
Se in un passaggio si parla di “fornitura gratuita” al netto dell’autoconsumo e delle royalties dovute di tutto il gas prodotto nel giacimento di Tempa Rossa, un ulteriore approfondimento fa chiaramente emergere che, in sintesi, le multinazionali petrolifere “garantiscono” alla Regione Basilicata la fornitura gratuita di solo 40 milioni di metri cubi (Mm3) all’anno con un massimo di 1200 Mm3 per 30 anni.
Viene prevista una verifica quinquennale (da espletare nel corso del settimo anno su iniziativa della Regione Basilicata) delle eccedenze rispetto ai 40 Mm3/annui spettanti alla Regione Basilicata: tuttavia, balzano all’attenzione gli effetti fortemente distorsivi e negativi per la Regione Basilicata di una condizionalità: solo se la somma delle eccedenze di gas naturale supera i 200 Mm3 al termine di ciascun quinquennio, la Regione acquista il diritto a richiederne ai Contitolari il rinvio alla fine del secondo anno successivo al quinquennio appena passato oppure, in alternativa, concordarne le modalità per la gestione, fermo restando l’eventuale utilizzazione di tali eccedenze per raggiungere i 40 Mm3/annui.
Altra nota dolente riguarda la totale assenza di clausole sanzionatorie di qualsiasi tipo: la radicale assenza di queste clausole potrebbe comportare per la Regione Basilicata luna maggiore difficoltà (se non in taluni casi, l’impossibilità) di ottenere, sia in via stragiudiziale che giudiziale, dalle imprese petrolifere titolari della concessione di Tempa Rossa, congrui risarcimenti (o altra forma di ristoro e/o compensazione) per i danni arrecati dall’inadempimento (o dal ritardo nell’adempimento) delle obbligazioni assunte dagli stessi con l’Accordo Quadro Integrato e con gli altri protocolli allegati. Inoltre, nelle delibere, la Regione si spinge fino a garantire alle imprese petrolifere una sorta di “scudo amministrativo e giudiziario”: difatti, nella lettera E.2 dell’Accordo Quadro Integrato, si legge che, per l’intera durata della concessione, la Regione Basilicata “si impegna a tenere i Contitolari indenni da qualsiasi richiesta o pretesa di enti pubblici situati nel territorio della Regione, per gli stessi o analoghi titoli, nonché a gestirne le eventuali richieste”.
Occorre infine evidenziare che nella delibera 877/2019 recante la verifica di ottemperanza alle prescrizioni contenute nel provvedimento di Giudizio favorevole di Compatibilità Ambientale, non appaiono superati alcuni rilievi fatti da ISPRA (come quello sugli scarichi nel corso d’acqua denominato “Fosso Cupo”).
In estrema sintesi, sono queste le falle che abbiamo cercato di evidenziare e porre all’attenzione della Giunta regionale con un documento dettagliato inviato quest’oggi al Presidente Bardi.
Ci aspettavamo maggiore capacità di imparare dagli errori commessi in passato e dall’esperienza assai negativa fatta con gli accordi, in gran parte disattesi, tra Regione Basilicata e ENI a Viggiano, ma la superficialità sembra essere il motore di questa Giunta del cambiamento gattopardesco targata Bardi. Non resta che aggrapparsi alla seppur tenue speranza di un ravvedimento operoso”.