Il referendum sulla legge elettorale, sostenuto dalla Lega, che voleva re-introdurre un sistema maggioritario, non si farà.
La decisione è stata presa dalla Corte Costituzionale in quanto, come la stessa ha dichiarato, il quesito referendario è stato ritenuto inammissibile perché “eccessivamente manipolativo”.
Il quesito referendario proposto dai consigli regionali di Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Liguria (tutti a guida centrodestra) verteva, in particolare, come ricorda Tgcom24:
“sulle due leggi elettorali del Senato e della Camera con l’obiettivo di eliminare la quota proporzionale, trasformando così il sistema elettorale interamente in un maggioritario a collegi uninominali.
Per garantire l’autoapplicatività della ‘normativa di risulta’ il quesito investiva anche la delega conferita al governo con la legge n. 51/2019 per la ridefinizione dei collegi in attuazione della riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari.
Inammissibile anche il conflitto sollevato dalle Regioni.
La Consulta ha anche dichiarato inammissibile il conflitto fra poteri proposto da cinque degli otto Consigli regionali che avevano promosso il referendum.
La ragione è che la norma oggetto del conflitto avrebbe potuto essere contestata in via incidentale, come in effetti avvenuto nel giudizio di ammissibilità del referendum”.