Vincenzo Carbone, Sindaco di Tricarico, in un post pubblico ricorda Antonio Infantino e preannuncia l’intenzione di programmare una serie di attività ed eventi con l’obiettivo di portare avanti il messaggio dell’artista anche tra le nuove generazioni.
Di seguito la nota:
“L’Amministrazione Comunale ricorda commossa il Maestro Infantino, artista poliedrico che ha lasciato una enorme eredità artistica e culturale, da salvaguardare e portare avanti.
Pertanto, è nostra intenzione e dovere mantenere vivo il ricordo del Maestro programmando attività ed eventi, con l’obiettivo di portare avanti il messaggio di Infantino, cercando di avvicinare anche le generazioni più giovani al nostro geniale artista.
Oggi, a due anni dalla sua scomparsa, vogliamo ricordare il maestro Antonio Infantino, figura di spicco nel panorama culturale, musicale e filosofico italiano.
Infantino, nato a Sabaudia e cresciuto a Tricarico, da sempre legato alle tradizioni, è stato il promotore e l’artefice del successo della musica popolare italiana negli anni d’oro del Folk Studio, con Giancarlo Cesaroni e artisti del calibro di Venditti e De Gregori.
Un uomo da sempre interessato al rapporto che ogni singolo cittadino ha con la terra e con le problematiche che lo circondano.
Ha più volte dichiarato che il problema che affligge i giovani lucani, ovvero l’Emigrazione (la necessità di andar via per poter studiare e trovare lavoro), va vissuto come una ricchezza, un valore aggiunto per diffondere la propria cultura e allo stesso tempo integrarsi con altre etnie.
Lui stesso, a riguardo, amava definirsi ‘Cittadino del mondo’.
Con il suo modo di fare, ha trasmesso a più generazioni il desiderio di tornare nella propria terra di origine e testimoniare il legame che ogni lucano ha con le sue radici.
Egli è stato per tanti un maestro di vita, o meglio, come lo ha definito Vinicio Capossela: ‘un maestro di resistenza culturale al suono dei cupa cupa’.
Indimenticabile la sua capacità di dialogare e coinvolgere chiunque.
Antonio Infantino era un vero trasmettitore, un convertitore di energie; con la sua musica fatta di ritualità è riuscito a tirar fuori da ogni persona una energia diversa.
Insomma, Antonio Onfantino ha convertito l’energia della tradizione e l’ha attualizzata per renderla viva agli occhi dei più giovani.
Impossibile non ricordare le sue numerose collaborazioni artistiche con Dario Fò, Enzo del Re, Vinicio Capossela e tanti altri.
L’impegno e la passione con cui ha svolto il suo lavoro, lo hanno portato ad ottenere riconoscimenti a livello internazionale, come la laurea ad honoris causa da parte dell’Accademia Reale Belga.
Una persona che non lesinava mai le sue conoscenze, era continuamente una fonte di nuovo, si nutriva di curiosità. Antonio Infantino era una ricerca continua”.