La Riforma Pac 2020 (Politica Agricola Comune) vada incontro alle richieste di semplificazione del settore rurale nel Mezzogiorno per una sostenibilità economica e sociale, parallelamente a quella ambientale.
E’ dunque necessario difendere i fondi comunitari destinati alle politiche agricole dai tagli del bilancio Ue per evitare che le imprese del Sud debbano perseguire obiettivi più ambiziosi con meno risorse.
E’, inoltre, indispensabile garantire con nuove norme e risorse l’adozione di tecnologie innovative per contrastare i cambiamenti climatici e le fitopatie, andando incontro alle richieste di una riduzione del 50% di pesticidi e fertilizzanti.
Questi i temi discussi a Matera nel forum su “Regioni del Sud Italia di fronte alle sfide della Pac post 2020“, organizzato da Cia-Agricoltori Italiani nell’ambito de “Il Paese che Vogliamo”.
Il presidente Cia, Dino Scanavino, ha dichiarato:
“Rispetto alla Pac del passato questa riforma rappresenta l’opportunità per una reale programmazione di medio periodo.
Lo sviluppo del sistema normativo e politico potrà coniugare competitività e sostenibilità nelle aree rurali del Sud, definendo strategie concrete di filiera per i settori produttivi di tutto il comparto agroalimentare”.
Dalla Cia Basilicata tre questioni prioritarie:
– La prima riguarda l’adeguamento della governance in agricoltura nel nostro Paese.
Siamo in grande difficoltà è continuiamo a registrare ritardi e difficoltà, abbiamo una architettura della PP. AA. che riguarda il settore agricolo nel nostro Paese che necessità di essere ammodernata.
Partendo dal MIPAF, passando ad AGEA, agli organismi pagatori Regionali e UECA in Basilicata, al SIN, e al SIARB in Basilicata, i Dipartimenti Regionali Agricoli, le Agenzie di servizi, agli Organismi di controllo e certificazione, passando alle strutture che sono chiamate a certificare prossimamente le impronte ambientali, carboniche, idriche, farmacologiche, oltre a ISPRA e alle ARPA.
– La seconda grande questione è l’innovazione tecnologica e i nuovi ritrovati della scienza.
Un primo tema riguarda il trasferimento della stessa alle aziende e di come rendiamo disponibile il sistema della conoscenza a partire da vincoli e indicatori che l’UE ci impone, facendone non vincoli ma valore aggiunto e fattore di garanzia.
Partiamo dall’eco-schema e dal sistema AKIS che di fatti sarà il nuovo approdo, per garantire sostenibilità e sicurezza alimentare e ambientale, si tratta di riposizionare l’intero sistema della ricerca a partire dal CREA ai centri di ricerca, quali snodi e luoghi nei quali allocare la nuova PAC e i vincoli in materia ambientale e di sostenibilità.
– Infine abbiamo l’esigenza di avere un approccio al nuovo modo di fare agricoltura, partendo dal c.d. new green deal, che sia semplificato e burocrazia ridotta, tramite soluzioni e regole certe, chiare e applicabili, in modo da liberare risorse, generare produttività e ulteriori livelli di competitività.
Donato Distefano, coordinatore Cia Potenza e Matera, sottolinea:
“Infine è di assoluta evidenza, che per fare tutto quanto suesposto vi è l’esigenza di avviare un qualificato confronto, sviluppare un’azione condivisa e collegiale, e con l’iniziativa di Matera intendiamo promuovere, per poi scrivere e programmare coerentemente e in aderenza a vocazioni e propensioni produttive e imprenditoriali.
A seguire siamo chiamati ad elevare la qualità della spesa, al fine di garantire partendo da Sud, innovazione, coesione socio-territoriale e reddito nelle aree rurali, interne e montane, facendo della P.A.C. post 2020 un efficace strumento per la transizione e lo sviluppo sostenibile del nostro Paese”.