Si della Camera al decreto sulle intercettazioni: passo decisivo per “la Basilicata al terzultimo posto nella classifica delle regioni più corrotte in Europa”. I dettagli

“La Camera ha approvato definitivamente il decreto sulle intercettazioni.

La legge, appena approvata, potenzia questo strumento investigativo, garantisce il diritto all’informazione e la difesa della privacy”.

E’ quanto riferisce il capogruppo del Movimento 5S, Gianni Leggieri, il quale evidenzia che:

“Si tratta di un passo avanti decisivo sul piano del contrasto di fenomeni gravi come il terrorismo, la corruzione e la criminalità organizzata.

Uno strumento importantissimo a disposizione della magistratura, ed è per questo che abbiamo scelto di potenziarlo e, allo stesso tempo, di stabilire regole più certe entro le quali utilizzarlo, tenendo sempre presente il principio del rispetto della privacy dei cittadini.

Una novità rilevante riguarda l’utilizzo dei captatori informatici, i cosiddetti trojan, che potranno essere attivati anche per i reati commessi da ‘incaricati di pubblico servizio’ (e non solo commessi da pubblici ufficiali) nei confronti della pubblica amministrazione.

In questo modo, lo Stato avrà un mezzo davvero efficace per combattere la corruzione.

Purtroppo, la Basilicata risulta afflitta da questo crimine.

Nei mesi scorsi uno studio dell’Università di Goteborg (Svezia) ha inserito la Basilicata al terzultimo posto nella classifica delle regioni più corrotte in Europa.

Ciò deve far riflettere l’intera classe politica ed impone un serio cambiamento di rotta, che deve partire dai Comuni e riguardare tutti gli enti pubblici.

Altre novità attengono all’attivazione di un sistema moderno di archivio digitale telematico delle intercettazioni; alla scomparsa di ipotesi di incriminazione per violazione di segreto d’ufficio per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni; alla valutazione da parte del Pubblico Ministero, e non più della Polizia Giudiziaria, al fine di stabilire quali sono i colloqui di rilievo da trascrivere per le indagini e quelli, invece, irrilevanti, evitando così di riportare nei verbali espressioni che potrebbero ledere la reputazione di singole persone o dati personali sensibili.

Insomma, vi saranno maggiori garanzie tra l’esigenza delle indagini, la tutela della riservatezza e il diritto di difesa”.