Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil:
“In questi giorni le organizzazioni datoriali agricole stanno avanzando con forza la richiesta di estendere e liberalizzare l’uso dei voucher in agricoltura, approfittando del clima di emergenza in cui versa il nostro Paese, sostenuti da diverse forze politiche in Parlamento, non solo di opposizione.
L’argomentazione portata a sostegno di tale richiesta sta nell’auspicio di potere attirare, in questo modo, lavoratori anche italiani nelle imminenti ‘campagne di raccolta’ affinché possano sostituire la contingente mancanza di lavoratori stranieri.
Una tale modalità ci sembra inopportuna perché mortifica i diritti dei lavoratori e risulterebbe inoltre essere in contraddizione con ciò che si sta verificando a valle della filiera dove, in molte aziende alimentari, abbiamo raggiunto importanti accordi in applicazione del Protocollo sulla sicurezza del 14 marzo scorso a tutela dei lavoratori e diverse imprese hanno introdotto misure di gratificazione economica per i lavoratori che restano in produzione.
In agricoltura, al contrario, si vuole rispondere alla stessa necessità con uno strumento che precarizza il lavoro e che risulta anche essere improprio, in quanto l’utilizzo dei cosiddetti voucher è previsto per il solo lavoro accessorio e non per il lavoro ordinario.
Ciò risulta, inoltre, insopportabile e lesivo della dignità dei lavoratori agricoli, che a maggior ragione in questo momento, dovrebbero vedere riconosciute le piene tutele contrattuali, oltre che le misure di sicurezza previste dal governo, così come avviene per altri lavori ritenuti essenziali in questa fase di emergenza.
Chiediamo pertanto alla Regione Basilicata di intervenire al fine di evitare che il governo nel momento della conversione in legge del decreto Cura Italia o nella predisposizione del prossimo, modifichi in peggio la normativa attuale sui voucher in agricoltura”.