La Segreteria Fials Matera, in un comunicato ufficiale, dichiara che:
“ha inoltrato una richiesta al Comando regionale dei Nas per richiedere di effettuare una ispezione presso l’ospedale Madonna delle Grazie di Matera per alcune criticità emerse nel neo nato reparto limbo covid19.
Numerosi dipendenti hanno segnalato alla scrivente Organizzazione Sindacale, promotrice di una serie di responsabili iniziative finalizzate a salvaguardare, in Azienda, i livelli di Salute e Sicurezza di pazienti ed operatori in questo durissimo contesto di crisi epidemiologica, quel che di anomalo e assai critico sta accadendo presso il neo costituito reparto c.d. limbo, collocato al terzo piano dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera (ex Ginecologia) in adiacenza alle Malattie Infettive.
Orbene, nelle strategie anche della Task Force aziendale per fronteggiare il rischio di contagio ed accogliere i casi Covid, conclamati e/o sospetti, il reparto limbo è destinato ad ospitare sia pazienti infetti Covid 19 che hanno superato la fase acuta, dimessi dalle Malattie infettive, ma con tampone ancora positivo, sia pazienti in ingresso quali casi sospetti Covid: una promiscuità, questa, assolutamente irragionevole – specie per come male attuata – che espone questi ultimi pazienti al rischio altissimo di essere contagiati da chi ha superato la fase acuta, ma rimane infetto dal virus!
Ed ancora, altri elementi di fortissima criticità del c.d. limbo: gli operatori sono letteralmente mandati allo sbaraglio, senza adeguati DPI, senza alcuna formazione specifica, senza una zona filtro indispensabile anche per le attività di vestizione e svestizione, senza spogliatoio, senza tute monouso, cuffie, mascherine adeguate; ed anzi, questa zona si presenza come un vero e proprio cantiere con maestranze esterne ancora al lavoro.
Tutto all’insegna di una massima e PERICOLOSISSIMA improvvisazione!
Non si capisce, poi, quale criterio l’Azienda abbia seguito per scegliere gli operatori da destinare al limbo; sicuramente si tratta di criteri anche in questo caso irragionevoli, se si considera, ad esempio, la presenza di due operatrici ultrasessantenni che già soffrono di altre patologie.
Non esiste un protocollo adeguato delle attività, non esiste un dirigente medico responsabile, la figura dirigenziale molto improvvisata pure questa, è quella del Medico di Guardia interdivisionale che non accede al reparto (per fondato timore personale di contagio), ma riferisce istruzioni da remoto.
Inconcepibile che questo possa accadere e la presente comunicazione dà solo in minima parte l’idea della spaventosa inadeguatezza del limbo.
Si diffida l’ASM ad attuare subito tutte le misure, anche in questo specifico contesto ambientale, doverose e vitali per gli operatori, indifferibili per prevenire il rischio di contagio, cosi altamente posto dal limbo.
Si diffida l’Azienda alla formazione serie e preventiva degli operatori destinati a questi servizi cosi nevralgici, da tutelare con reali e seri DPI, da scegliere secondo principi di correttezza e buona fede e non secondo logiche diverse, sicuramente censurabili”.