In occasione del 1° Maggio, ecco il messaggio dell’assessore regionale alle Attività Produttive, Francesco Cupparo:
“Questa Festa del Lavoro è di grande amarezza per quanti – lavoratori dipendenti ed autonomi – sono rimasti a casa per l’emergenza sanitaria e resteranno ancora senza lavoro per altre settimane.
A loro il primo messaggio di solidarietà della Giunta Regionale con il rinnovato impegno per accelerare procedure e tempi per l’erogazione della cig in deroga e favorire il ritorno, al più presto, alla ripresa produttiva.
E’ un momento difficile per tutto il Paese soprattutto per lo sforzo – condiviso da tutti – di mettere insieme due diritti costituzionali fondamentali, il diritto al lavoro e alla salute, che non devono confliggere e scontrarsi tra loro.
Per questa ragione sia i sindacati che le associazioni di imprese hanno messo al primo posto in questo Primo Maggio il lavoro in sicurezza che deve diventare un obiettivo comune da perseguire, ciascuno per la propria responsabilità, rifuggendo da polemiche inutili e individuando con chiarezza ‘chi deve fare cosa’.
E’ questo un argomento che il Presidente Bardi ha scelto come questione centrale della convocazione oggi delle parti sociali per il confronto su come procedere nella ripartenza sino a garantire la ripresa di tutte le attività produttive e il mantenimento dei livelli occupazionali.
Le fasi che seguiranno il lockdown chiedono, a chi ne ha la responsabilità nazionale, di trovare e impiegare le risorse economiche utili a una graduale ripartenza: la liquidità alle imprese, gli ammortizzatori sociali, il welfare familiare.
Sono certo che i lucani ritroveranno le motivazioni giuste per la ripresa facendo ricorso alla dote principale della resilienza e della tenacia proprio come è accaduto dopo il terremoto del 1980.
Da parte della Giunta Regionale, come stiamo dimostrando con le continue misure approvate e con le pressanti sollecitazioni al Governo, l’impegno è sempre quello di non lasciare nessuno da solo”.
Così il presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala:
“Per la prima volta dal dopoguerra, la Festa del Primo maggio non può essere celebrata come di consueto, ma richiama in noi i temi cruciali che il nostro Paese, l’Europa ed il mondo intero stanno attraversando: la sicurezza sanitaria e il diritto al lavoro.
Il mio pensiero va a tutti i lavoratori che con sacrificio e dedizione stanno vivendo in prima linea l’emergenza sanitaria.
Un ringraziamento particolare a tutti coloro che rischiano ogni giorno la propria vita per salvarne altre, dalle forze dell’ordine ai medici e a tutto il personale sanitario.
Esprimo gratitudine alle tante professionalità che, a vario titolo, in diversi ambiti e ruoli, aiutano le nostre comunità ad andare avanti, garantendo beni e servizi necessari.
Rivolgo il mio sostegno e un sentimento di vicinanza ai moltissimi lavoratori che, nell’incertezza del futuro, vivono con preoccupazione questi giorni.
Le gravi carenze provocate dalla pandemia da Covid-19 al sistema economico e sociale devono essere affrontate con decisione e coraggio dal Governo e da tutte le Istituzioni nazionali ed europee.
La nostra Carta Costituzionale è il faro che ci guida nell’affermazione dei diritti e nella tutela della dignità sociale. Nella solennità del primo articolo vengono poste le fondamenta della Nazione.
I valori repubblicani, democratici ed il diritto al lavoro sono principi alla base della costruzione della libertà e dell’autonomia di ciascun cittadino.
Le misure straordinarie a sostegno del lavoro devono riuscire a colmare i gravi divari sociali che si stanno creando, rafforzando la fiducia verso il futuro per affrontare nuove sfide.
L’incertezza e l’attesa che gli italiani stanno vivendo in questo momento particolare hanno bisogno di risposte concrete.
I prossimi mesi saranno determinanti per affrontare, nel rispetto delle misure di sicurezza per il contrasto del contagio, le urgenze sociali ed economiche determinate dall’emergenza.
Occorre ripensare il futuro del lavoro con coraggio, attingendo alla laboriosità che caratterizza il popolo italiano.
Il mio invito è ad avere speranza, nella consapevolezza che tutti insieme, uniti, riprenderemo in mano le sorti della nostra amata Italia, senza lasciare nessuno indietro”.
Così la Consigliera regionale di parità, Ivana Enrica Pipponzi:
“Le misure attivate per favorire il lavoro femminile a seguito dell’emergenza Covid-19 impongono delle riflessioni stringenti proprio in occasione della ricorrenza del I Maggio, Festa del Lavoro.
Quali le misure messe in campo dal Governo e quali i diritti calpestati?
Quali, di contro, le azioni e le proposte da sollecitare come Consigliera regionale di parità, deputata istituzionalmente all’uopo?
L’attualità del temi del divario di genere, cosiddetto gender gap quanto all’accesso al lavoro (in Basilicata solo il 32% di donne lavora) e del gender pay gap (di media una donna guadagna circa il 30% in meno dell’uomo) emerge in modo ancor più evidente soprattutto in questo periodo emergenziale.
Le misure di conciliazione vita/lavoro adottate nella fase del lockdown, segnatamente lo smart working, si sono rivelate, invero, una tagliola per le donne lavoratrici, aggiungendo al triste fenomeno della segregazione lavorativa, quella sociale.
La mancata riapertura dei nidi, delle scuole e dei centri estivi, con la connessa assenza dell’ausilio dei nonni, rappresentano un aggravio insostenibile.
E’ impensabile far ripartire il Paese in assenza della parte femminile; non si possono relegare le donne tra le mura domestiche, non sempre sicure (mi riferisco alla violenza domestica) ma perché tanto rappresenterebbe un inaccettabile passo indietro nella storia.
Molti sono i dubbi e le perplessità che sorgono spontanei: in realtà la scuola non può e non deve essere considerata un parcheggio; il diritto allo studio è un diritto fondamentale, garantito costituzionalmente!
Il lavoro a casa, opportunità di conciliazione, talvolta, diventa trappola e segregazione.
Ancora, come si gestirà la riapertura delle fabbriche?
Quali saranno i prossimi dati delle dimissioni raccolti dalle Consigliere di Parità e dall’Ispettorato del lavoro?
Tutto questo si inserisce in un contesto già di per sè negativo se si considera che nel 2019 si sono dimesse oltre 30.000 donne in Italia, impossibilitate a conciliare vita/lavoro, per assenza di welfare e di cultura di genere.
Per queste ragioni, sarà indispensabile sostenere le famiglie con figli onde permette la presenza del secondo stipendio.
Gli strumenti messi in campo attraverso la decretazione di urgenza, sono tutti palliativi una tantum. Servono misure strutturali, capaci di offrire garanzie di durata e favorire in modo definitivo l’accesso alle varie forme di welfare.
Quindi, ben accetti i bonus una tantum per le babysitter, ma per il futuro, sarebbero auspicabili forme da mutuare dall’esperienza del Nord Europa, quali il babisitteraggio e/o micro-nidi condominiali.
E’, altresì, inaccettabile l’assenza di donne tra gli esperti del comitato tecnico scientifico creato per affiancare il governo durante l’emergenza coronavirus. Né ha convinto la risposta data dal Capo della Protezione Civile
Nazionale, Borrelli, secondo cui i membri della task force sarebbero stati individuati in base alla carica ricoperta.
E’ necessario evidenziare, come fatto osservare allo stesso Borrelli, che in Italia c’è una forte discriminazione nelle carriere delle donne, una forbice che tende ad ampliarsi lungo tutto il corso della vita lavorativa, il c.d. fenomeno ‘leaky pipeline’ (il tubo che perde) che descrive pienamente la perdita, durante i percorsi di carriera, di capitale umano femminile che non raggiunge, se non con numeri ridotti, i ruoli apicali.
Le donne, infatti, per pregiudizi e stereotipi hanno meno chances rispetto ai colleghi maschi di occupare posizioni di potere, ma questo non significa che abbiano meno competenze.
Nel periodo storico che stiamo vivendo, infatti, le donne sono decisamente in prima linea non solo nell’emergenza sanitaria (due terzi degli operatori sanitari sono donne) o in casa dove stanno affrontando situazioni difficilissime di lavoro e cura dei figli, ma non hanno dimenticato di avere competenze altissime, come le mediche e scienziate che per prime hanno isolato il virus.
Sembra, però, che tutto ciò che le donne fanno per questo nostro Paese sia considerato di minor valore.
Certo, c’è la Commissione attivata dalla Ministra Bonetti che ha reclutato un team di esperte, ma ormai sappiamo bene che le decisioni sulla vita delle cittadine e dei cittadini vengono prese su altri tavoli.
Si tratta, dunque, di infrangere quel monopolio maschile che dà vita soprattutto ad un sistema di democrazia ridotta ed imperfetta che caratterizza un modello di scienza che si permette di escludere la visione delle donne anche in una pandemia così devastante.
Abbiamo da poco festeggiato il 25 Aprile e tutte sappiamo come la Liberazione è stata anche la storia di donne straordinarie, staffette e combattenti che hanno fatto la Resistenza.
Donne tornate a casa, dopo la Liberazione, e rinchiuse nel ruolo di madre, moglie, figlia. Dunque, non dobbiamo permettere che l’attuale emergenza sanitaria releghi ancora oggi le donne ad un ruolo subalterno, rientrando tra le mura domestiche.
Di contro, per quanto sopra esposto, abbiamo poco da festeggiare il I Maggio stante il permanere degli stereotipi, dell”atavica assenza di lavoro e della persistenza del divario di genere, fenomeni che il Covid 19 ha amplificato.
L’auspicio, e da ciò le proposte è che si possa cogliere il giorno della Festa del Lavoro come quello di un nuovo protagonismo delle donne, avviato nella prima fase emergenziale con l’apporto virtuoso del lavoro femminile nel campo della sanità, della ricerca e della scienza”.
Di seguito il commento del Consigliere Regionale M5S, Gianni Leggieri:
“In Italia ogni anno si registrano più di mille morti sul lavoro e numerosissimi infortuni. In Basilicata si sono registrati, negli ultimi anni, diversi incidenti, purtroppo anche mortali.
Ancora di più oggi, di fronte all’emergenza Covid 19, il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere costantemente al centro dell’impegno di tutti i soggetti sociali, in modo tale da creare una cultura che sappia coniugare il lavoro con il rispetto degli inalienabili diritti dei lavoratori, che sono prima di tutto persone.
La persona, la sua integrità, la sua salute, il suo benessere, devono essere posti al centro delle azioni e delle attività svolte in ogni campo a partire dalla garanzia della qualità del lavoro.
I tragici eventi avvenuti nelle scorse settimane, e che continuano ad accadere sopratutto nel settore sanitario, hanno generato non solo una grande e partecipata commozione, ma anche profondo dolore e fortissima indignazione.
Un mio pensiero va alle lavoratrici e ai lavoratori che in queste settimane hanno continuato a portare avanti le loro attività, consentendo al nostro Paese di sopravvivere al picco della pandemia. Penso a tutti gli operatori sociosanitari, medici, infermieri, OSS, autisti del 118, le addette e gli addetti alle pulizie, gli addetti ai trasporti, le forze dell’ordine, le insegnanti e gli insegnanti, le professoresse e i professori, i ricercatori, gli autotrasportatori, gli agricoltori, i lavoratori delle telecomunicazioni, tutti gli imprenditori.
Un pensiero lo voglio rivolgere ai tanti lavoratori del settore agricolo, che guardano al futuro con pessimismo nonostante la grande qualità dei prodotti lucani.
L’agricoltura della Basilicata deve essere la leva per il riscatto ed il nostro punto di forza della nostra economia.
Inoltre, in questa giornata in cui occorre celebrare il lavoro sotto tutti i punti di vista, voglio dedicare una riflessione ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti.
Sono giorni pesanti e bui per loro.
Non vanno dimenticati; vanno sostenuti con tutti i mezzi a disposizione.
Saranno circa 2,7 milioni i lavoratori che riprenderanno la loro attività lunedì 4 maggio, sarà una ripresa all’insegna dei protocolli di sicurezza anti-Covid 19, essenziali e imprescindibili per la massima tutela della salute dei lavoratori.
Ancora di più, oggi, per affrontare adeguatamente il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro è indispensabile rifuggire dal rischio di affrontarlo solo sull’onda emotiva determinata da eventi drammatici, le cui tragicità non devono eclissare lo stillicidio nazionale continuo di infortuni che si ripetono incessantemente in Basilicata e in Italia.
Occorre sostenere e promuovere gli investimenti delle aziende sui sistemi di sicurezza e sulla organizzazione delle stesse, tali da garantire ai lavoratori un grado elevato di informazione/formazione sulle condizioni ambientali, sulla tutela della salute e sulla stessa sicurezza.
È necessario rilanciare rapporti organizzati all’interno delle imprese tra lavoratori, Organizzazioni Sindacali, datori di lavoro e rappresentanti degli Enti Locali e Territoriali
Va rafforzato il ruolo dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza nelle aziende, quello territoriale per i cantieri temporanei e mobili, e quello della Sanità pubblica nei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di lavoro.
Confido nella responabilità degli imprenditori e di ogni singolo lavoratore lucano e italiano Abbiamo dimostrato di essere un grande popolo, e ognuno di noi deve continuare a farlo, tutelando la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro di noi stessi e di chi vive e lavora con noi.
Sono certo che saranno protagonisti con la loro perseveranza della ‘Fase 2’, che deve essere vista come una vera e propria rinascita.
Buon 1 Maggio a tutti!”.