“Già a settembre del 2013 denunciammo con i fatti tragici di Craco, l’insicurezza di troppe strade lucane che erano e ancora lo sono un fatto conclamato.
Dicemmo che bastava prenderne una in esame esempio, la provinciale materana 4 più nota come Cavonica”.
Lo ricorda il segretario provinciale Ugl Matera Pino Giordano, rivolgendosi all’Assessore regionale alle Infrastrutture Donatella Merra per il quale:
“ancora sono in memoria i festeggiamenti inerenti all’ultimo tratto (7 chilometri circa) inaugurato a marzo 2013.
La solita passerella istituzionale.
Al taglio del nastro parteciparono diversi assessori e consiglieri regionali.
Tanta soddisfazione e tanta fiducia venne risposta nella realizzazione dell’intero tratto stradale, l’arteria doveva servire per togliere dall’isolamento comuni come Accettura, S. Mauro Forte, Salandra, Stigliano, Garaguso.
Già, perché il tratto congiunge, attraverso lo scalo di Grassano, tanti piccoli centri con la Basentana.
Tanti soldi sciupati: la realizzazione dell’arteria, per la cronaca, tra soldi investiti male e consumati peggio, l’Ugl rende noto all’opinione pubblica che è costata quasi 20 milioni di euro per dei lavori durati un ventennio.
L’ultimo tratto, poi, quello inaugurato a marzo 2013, era il lotto conclusivo dell’ardito collegamento.
Peccato che a distanza di pochi mesi uscirono allo scoperto tutti i difetti che l’Ugl prontamente denunciava.
Numerosi gli avvallamenti e i rigonfiamenti del manto stradale per un percorso che si presta ad un’andatura veloce: pochi giorni e incidenti ciclici, a causa di questi difetti.
Successivamente, a causa della pioggia intense, tra la bretella per S. Mauro Forte e l’innesto della Cavonica, ciclicamente registrati dei copiosi allagamenti.
A questo punto per l’Ugl le domande nascono spontanee: sono trascorsi circa 7 anni ma, bisogna per forza aspettare il morto per intervenire?
Come furono affidati i lavori se, a distanza di qualche mese, già segnalavamo questi paurosi rischi?
Pericoli pubblici a spese del contribuente.
Sullo sfondo, in sintesi, emergeva e ancora sussiste scarsa attenzione e negligenza da parte degli enti pubblici preposti.
Le coscienze si svegliano solo quando qualche malcapitato ci lascia la vita.
Con buona pace di tanti fondi pubblici spesi senza criterio.
Non è l’unico caso lucano.
Ma riflette in pieno i limiti nella gestione pubblica della viabilità dove nel caso specifico i soldi c’erano.
Ed erano pure tanti (20 milioni di euro).
Come sono stati impiegati?
Se una strada mostra vistosi difetti dopo appena 5 mesi dall’apertura, qualcuno se ne doveva assumere la responsabilità?
Ditta esecutrice?
Oltre al chiaro rischio per gli automobilisti, per l’Ugl è utile rimarcarlo, c’è una questione erariale.
Da affidare al controllo della Corte dei Conti.
Si tratta di soldi che all’epoca, oltre ad essere stati spesi male, gravano ancora oggi sulla tasca di tutti.
L’apertura al traffico della infrastruttura è avvenuta nel 2013, l’Ugl appena si è avuto contezza di problematiche persistenti sull’arteria, ci si è attivati prontamente per sollecitare tutti e per tutte le verifiche: non si è provveduto quindi a mettere in sicurezza il tratto stradale nonostante evidente che la strada in questione presentava problemi sul manto, oltre alla più grave manifestazione di dissesto lungo la sezione 248.
A 7 anni, ancora si evince la necessità di eseguire con urgenza opere di regimentazione e disciplinamento delle acque meteoriche.
La Cavonica è inserita nell’elenco delle opere strategiche immediatamente cantierabili della Regione, ch’è ampio: dai trasporti, all’edilizia scolastica al piano per contrastare il dissesto idrogeologico.
È quindi indispensabile mettere in campo politiche infrastrutturali che consentano di modernizzare la Basilicata e al tempo stesso di creare occupazione”.