Riceviamo e pubblichiamo la lettera indirizzata dall’On. Gianluca Rospi al Ministro Franceschini in merito al post Matera 2019, per il rilancio del settore culturale:
“Caro Ministro,
il Ministero che Lei dirige rappresenta uno dei pilastri fondanti su cui si regge la nostra società.
Culla della civiltà, rinomata per la sua tradizione artistica, sinonimo di bello, l’Italia è stata ed è al centro della storia, della cultura e dell’arte dalla più lontana antichità.
Nel nostro Paese che è possibile ammirare negli stessi spazi l’arte di epoca romana e medioevale, le meraviglie del rinascimento e del barocco, arrivando fino alla modernità: è proprio per questa ragione che l’Italia detiene il maggior numero di beni artistici e culturali dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
E nostro compito tutelare tutte queste rare ricchezze, non possiamo e non dobbiamo tornare indietro.
Occorre piuttosto guardare avanti, partendo da ciò che fino ad ora abbiamo raggiunto.
La pandemia che sta colpendo il nostro Pianeta oltre a portare sofferenza nelle famiglie sta mettendo in crisi l’attuale sistema economico basato su un modello di finanza globalizzata.
Purtroppo nessun settore è stato risparmiato dalla recessione che stiamo vivendo.
Nemmeno quello dell’arte e della cultura che Lei rappresenta.
Le nuove norme sul distanziamento fisico stanno mettendo in seria difficoltà l’industria della produzione cinematografica, i concerti, le rappresentazioni teatrali e i numerosi spettacoli dal vivo che animano i nostri borghi storici e con loro tutto l’indotto dell’intrattenimento.
Nonostante una piccola ripresa, purtroppo i cinema, i musei, i teatri, le gallerie d’arte, le dimore storiche fino ad arrivare ai siti patrimonio dell’Unesco nelle nostre città sono ancora fermi.
La mia città, Matera, da vergogna d’Italia, lo scorso anno, è diventata capitale europea della cultura 2019 grazie al grande impegno e alla partecipazione dell’intera comunità lucana.
Una manifestazione che ha coinvolto tra gli attori protagonisti: 17 mila studenti, 1500 volontari, 18 mila persone che hanno partecipato alle produzioni culturali in trentasette progetti di comunità, con un totale di 1228 aventi di cui 410 tutti organizzati nel territorio regionale.
Un grande risultato non solo per la Basilicata ma per l’intero Mezzogiorno.
Basti pensare che Matera risulta essere la capitale europea della cultura al primo posto per percentuale di crescita del turismo nella storia della manifestazione.
Le scrivo perché in seguito ai numerosi incontri intercorsi nel mese di giugno, con tutte le organizzazioni culturali e i project leader coinvolti nel progetto Matera 2019, è emersa la necessità, oggi, di ripensare ad un modello culturale italiano post Covid-19, al fine di poter rilanciare nel nostro Paese, quel settore trainante che è la cultura, come collante e crescita per l’intera collettività.
Per poter attuare il nuovo modello culturale vi è la necessità di ripartire dai territori, in quanto, loro, sono la vera chiave per poter far nascere una nuova epoca della cultura.
Occorre orientare un pensiero inedito che si basi sù una maggiore partecipazione da parte dei cittadini, strutturando nuovi meccanismi partecipativi e innovativi.
Oggi più che mai, vi è l’esigenza di sburocratizzare l’intero settore in tutti i suoi aspetti e di creare un nuovo welfare che possa tutelare tutte le associazioni e le organizzazioni culturali, le industrie creative e gli eventi della tradizione presenti nel nostro Paese e tutte le persone che, su più livelli, operano nelle numerose associazioni e fondazioni.
Occorre cominciare a vedere la cultura come fattore reale di sviluppo economico e come elemento determinante di crescita in una società in cui i ‘decisori’ possano ritenerla parte integrante del sistema produttivo.
È questo il momento di attuare politiche che guardano alla tutela e alla valorizzazione dell’intero patrimonio culturale.
La cultura è la più alta e veritiera rappresentazione dell’identità di una nazione, è il suo vestito più bello e il cittadino deve potersi considera custode di tale patrimonio.
Al fine di non disperdere tutto il lavoro già fatto negli ultimi anni, La invito, caro Ministro, ad attivare una serie misure per il rilancio del settore culturale, creativo e artistico italiano, partendo da un gesto simbolico ma carico di speranza: organizzare entro la fine del 2020 gli Stati Generali della Cultura Europea nella città che nell’ultimo anno ne è stata il simbolo, Matera, al fine di far rientrare nel Next Generation Plan un nuovo modello di welfare culturale europeo.
In attesa di un Suo riscontro, Le porgo un caro saluto”.