Nell’emergenza mondiale della pandemia da Coronavirus, la rivista scientifica internazionale Frontiers in Pharmacology ha chiesto alla comunità scientifica mondiale di inviare articoli con idee, strumenti diagnostici e preventivi, proposte di terapia e osservazioni sulla malattia.
Tra le numerose proposte inviate finora, ne sono state pubblicate una quindicina, tra cui quella dell’Università degli studi della Basilicata (una delle sette giunte dall’Italia finora) il lavoro sviluppa l’ipotesi di una terapia per contrastare l’infezione da Coronavirus, nata dalla collaborazione tra il gruppo di ricerca del professor Giuseppe Terrazzano, del Dipartimento di Scienze dell’Università della Basilicata, e il team della professoressa Giuseppina Ruggiero, del Dipartimento di Scienze mediche traslazionale dell’ateneo di Napoli “Federico II” (coadiuvati dai dottori Valentina Rubino, Anna Palatucci, Angela Giovazzino e Flavia Carriero).
L’articolo, dal titolo “An open question: is it rational to inhibit the mTor-dependent pathway as Covid-19 therapy?” (Una questione aperta: è razionale inibire il meccanismo di mTor come terapia per la Covid-19?), è stato quindi pubblicato nel “Researchtopic” online dal titolo “Coronavirus Disease (Covid-19): MolecularMechanisms, TranslationalApproaches and Therapeutics”.
Nel testo si studia, e quindi si condivide con la comunità scientifica internazionale, l’ipotesi di impiego di un farmaco immuno-modulante, l’Everolimus, come terapia per il Covid-19.
Il ruolo del sistema immunitario è un tema di grande interesse nella comunità scientifica: i pazienti con sintomatologia molto grave mostrano un’iper-attivazione della risposta infiammatoria del sistema immunitario, mediata dall’iper-produzione di molecole infiammatorie che scatenano la cosiddetta “tempesta citochinica”.
Questa sembra essere la principale causa dell’esacerbazione del Covid-19, e dell’esito infausto dell’infezione.
Pertanto, nel mondo sono in corso di sperimentazione alcune terapie basate sull’inibizione della risposta immunitaria, per ridurre l’infiammazione polmonare e le altre gravissime complicazioni del Covid.
In questo scenario, si colloca l’articolo del professore Terrazzano, che propone quindi di valutare l’impiego dell’Everolimus, insieme alle altre terapie che si stanno sperimentando.
L’Everolimus, un farmaco impiegato nelle terapie anti-tumorali e nel trattamento dei pazienti trapiantati, è noto per essere in grado di modulare la risposta immunitaria e, quindi, potrebbe mitigare la tempesta citochina nel Covid, contribuendo a riportare alla normalità l’attivazione del sistema immunitario con meccanismi complessi.
L’Everolimus, inoltre, in passato è stato descritto per avere anche un effetto antivirale che, potenzialmente, potrebbe dimostrarsi utile anche nel corso dell’infezione da Sars-CoV2.