Ecco quanto si legge nel rapporto dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute alla luce dell’ultimo monitoraggio sull’epidemia, che riguarda la settimana dal 19 al 25 Ottobre:
“L’epidemia in Italia è in ulteriore peggioramento, si registra una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con criticità in numerose Regioni /Province autonome”.
Come riporta il Corriere della Sera:
“Undici Regioni italiane, secondo i dati, sono ormai classificate a rischio elevato di una trasmissione non controllata della malattia: Abruzzo, Basilicata, Veneto, Liguria, Val D’Aosta, Calabria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana.
Altre otto regioni sono classificate a rischio moderato con elevata possibilità di progredire a rischio alto nel prossimo mese: Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise, Umbria e nelle Province autonome di Bolzano e Trento.
Comunque tutte le Regioni hanno riportato criticità di resilienza, tranne il Molise.
I numeri
Con un numero di nuovi casi segnalati quasi raddoppiato rispetto alla settimana del 12-18 Ottobre 2020 (100.446 casi rispetto a 52.960 casi nella settimana precedente), questa settimana, per la prima volta, è stato segnalato il superamento della soglia critica di occupazione in aree mediche (40%).
Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è salito da 750 (18/10) a 1.208 (25/10); mentre il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 7.131 (18/10) a 12.006 (25/10).
Nello stesso periodo, il numero di casi sintomatici è raddoppiato: da 27.117 (periodo 5/10-18/10) a 54.377 (periodo 12/10-25/10).
Anche se lo scenario italiano generale è ancora di tipo 3, relativamente ai dati della scorsa settimana, si va verso uno scenario di tipo 4, precisano Iss e ministero, ricordando che nelle Regioni più critiche (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Provincia di Bolzano, Calabria) ormai la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4 con rischio di tenuta dei servizi sanitari nel breve periodo.
Purtroppo c’è una sempre «maggiore difficoltà a reperire dati completi a causa del grave sovraccarico dei servizi territoriali», cosa che, si rileva, «potrebbe portare a sottostimare la velocità di trasmissione in particolare in alcune Regioni».
L’Rt
Nel periodo 08 – 21 Ottobre 2020, spiega Brusaferro, «l’Rt viaggia intorno a 1,7, tutte le regioni sono sopra un Rt 1 e alcune significativamente superiori.
Il quadro epidemiologico che emerge è di peggioramento sia in termini di nuovi casi che di progressione delle Rt».
Si riscontrano valori di Rt superiori a 1,25 nella maggior parte delle Regioni/PA italiane con valori superiori a 1,5 in diverse Regioni/PA «e questo è un elemento importante», nota Brusaferro.
Ma va precisato che l’Rt di una regione è frutto di una media tra le varie aree, perché in alcune regioni ci sono aree o province particolarmente colpite e altre meno. Ecco gli indici dell’ultima settimana (19/25 Ottobre):
- Abruzzo: Rt 1.4;
- Basilicata: Rt 1.04;
- Calabria: Rt 1.66;
- Campania: Rt 1.49;
- Emilia Romagna: Rt 1.63;
- Friuli Venezia Giulia: Rt 1.5;
- Lazio: Rt 1.51;
- Liguria: Rt 1.54;
- Lombardia: Rt 2.09;
- Marche: Rt 1.48;
- Molise: Rt 1.86;
- PA Bolzano: Rt 1.96;
- Pa Trento: Rt 1.5;
- Piemonte: Rt 2.16;
- Puglia: Rt 1.65;
- Sardegna: Rt 1.12;
- Sicilia: Rt 1.42;
- Toscana: Rt 1.41;
- Umbria: Rt 1.67;
- Valle d’Aosta 1.89;
- Veneto: 1.46″.