Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Cgil, Cisl, Uil, Filt Cgil, Fit Cisl, Uil:
“Con il nuovo Dpcm in vigore da ieri, finalmente si prende atto di ciò che da tempo le organizzazioni sindacali sostenevano a gran voce e cioè che la capienza dei mezzi all’80% era un provvedimento sbagliato e pericoloso che avrebbe creato situazioni di potenziale contagio, soprattutto in Basilicata, dove il 54% degli studenti di scuola secondaria di secondo grado si muove con mezzi pubblici.
Avevamo chiesto a gran voce una cabina di regia sulla emergenza sanitaria e quindi anche sulla mobilità, in questa fase l’anello debole di congiunzione fra i tre grandi settori produttivi e sociali del paese (scuola, sanità e siti industriali), consapevoli che ora più che mai fosse indispensabile una rimodulazione seria e coscienziosa della mobilità regionale. Invece, siamo andati avanti con ordinanze regionali che copiavano in toto i Dpcm nazionali che poco si adattavano a una realtà territoriale come la nostra dove si continuavano a registrare autobus strapieni, sporchi e vecchi che hanno vanificato il tentativo di far funzionare un sistema ‘anticovid’ in regione.
Abbiamo chiesto invano di tracciare con screening gli addetti alla mobilità, trovandoci oggi nella situazione in cui le aziende di trasporto effettuano i tamponi privatamente senza alcun controllo e programmazione alimentando ancor più disservizi e incertezze.
Avevamo chiesto chiarezza anche al prefetto sul vecchio Dpcm che consentiva ai mezzi di riempirsi fino all’ 80% della carta di circolazione, facendo circolare mezzi saturi con persone in piedi anche in autostrada.
In virtù del nuovo Dpcm, che impone quindi la capienza sui mezzi al 50%, è necessario che la Regione Basilicata già da adesso predisponga un nuovo piano della mobilità con linee aggiuntive e raddoppi di servizi su tutto il territorio regionale garantendo il diritto alla mobilità ai lavoratori e a tutti i cittadini lucani, in attesa di una riforma seria del settore che al momento vede un organico largamente insufficiente, con molti lavoratori a cui non è data nemmeno la possibilità di smaltire le ferie.
Troppo lontana è la nuova gara di affidamento del servizio ed è evidente che il sistema così com’è non può più reggere avendo bisogno di un intervento massiccio e tempestivo di risorse. Il rischio, da qui a poco, è di trovarci con un settore in ginocchio, quando potrebbe essere da volano per lo sviluppo dell’intera regione”.