“Io resto molto prudente, ma i nostri esperti del Cts ci dicono che la curva dei contagi si va stabilizzando”.
In un’intervista con “La Stampa” il ministro della Salute, Roberto Speranza, precisa però:
“è ancora presto per dirlo, aspettiamo altri dati, ma ci ragioni per credere che le ultime misure che abbiamo adottato comincino a dare qualche risultato.
Le criticità ci sono tutte e sono ben evidenti.
Se guardiamo ai numeri, ci accorgiamo che i nuovi casi di coronavirus registrati nello scorso weekend sono gli stessi di quest’ultimo sabato e domenica.
Ancora non lo sappiamo con sicurezza, ma gli scienziati ci informano che i primi segnali di stabilizzazione ci sono tutti.
Se questo è vero, si conferma la validità della strategia che abbiamo adottato, che alla fine è molto chiara: vogliamo governare la curva, senza arrivare al lockdown totale.
E si conferma la necessità di non mollare adesso: i prossimi 7-10 giorni saranno decisivi, e ci diranno se la divisione del Paese in tre zone, e il meccanismo sostanzialmente automatico delle restrizioni Regione per Regione, sta dando i frutti che tutti speriamo.
Obiettivamente oggi la situazione è diversa: a marzo non avevamo le mascherine, non avevamo le terapie intensive, non avevamo protocolli farmacologici.
Oggi siamo in difficoltà, su qualche fronte siamo anche in ritardo, ma non combattiamo a mani nude come sette mesi fa.
Negli ultimi mesi abbiamo avuto il cosiddetto aumento esponenziale di terapie intensive: un giorno 20 ricoveri, il giorno dopo 40, quello dopo ancora 80, e poi 120, e così via.
A questi ritmi è chiaro che il sistema non regge.
Ma se guardiamo alla media mobile dell’ultima settimana ci siamo assestati intorno a quota 100.
Se ci stabilizziamo su questi livelli anche la settimana prossima, abbiamo fondate ragioni per ritenere che siamo arrivati al cosiddetto “plateau”, che equivale poi a un indice Rt uguale a 1.
Per ogni nuovo contagiato che entra in intensiva un altro ne esce.
Il nostro auspicio è che nella settimana ancora successiva, grazie alle ultime ordinanze sull’allargamento della zona rossa, l’indice possa scendere sotto 1.
A quel punto i pazienti che escono saranno più di quelli che entrano, e il sistema torna ad essere perfettamente sostenibile”.