Ecco quanto ha sostenuto Vincenzo Giuliano, garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Basilicata, intervenendo alla presentazione dei risultati dell’indagine “Scuola Aperta e Innovazione Digitale” condotta dal Cevas e presentata on line questa mattina dal Comune di Palermo tramite il Garante dell’Infanzia del capoluogo siciliano, Pasquale D’Andrea:
“È il momento che il tanto citato bisogno di socializzazione non sia ulteriormente compromesso non prendendo in considerazione seriamente la sfera emotiva dei nostri ragazzi.
Dobbiamo creare le condizioni perché la scuola faccia la scuola.
È l’obiettivo che dobbiamo porci per dare a tutti gli alunni la possibilità di crescere, superando le disuguaglianze che si sono consolidate in questi ultimi periodi.
Possiamo prevedere che accanto ad una buona capacità del sistema in termini di contenimento della dispersione esplicita la dispersione implicita connessa ai bassi livelli di apprendimento, tenderà ad aumentare.
Laddove i dati sono stati forniti dall’Istituto comprensivo si rileva, tuttavia, un valore doppio della dispersione scolastica sin dalla primaria.
Ritengo che il Covid possa rappresentare l’occasione per ripensare, coraggiosamente e responsabilmente, al nostro sistema socio-educativo e scolastico e cambiare una scuola ancora troppo legata a schemi rendendo fattibile il concetto di ambiente di apprendimento con il risvegliare energie nuove e trascinanti.
È il momento che il tanto citato bisogno di socializzazione non sia ulteriormente compromesso non prendendo in considerazione seriamente la sfera emotiva dei nostri ragazzi.
L’apprendimento si attua in maniera efficace solo se si cura questo aspetto.
Ripartire da una visione unitaria dell’infanzia e dell’adolescenza, nella quale siano strettamente connesse e coordinate la dimensione della scuola e dell’età scolastica lungo l’età evolutiva e la vita familiare, la rete delle relazioni ambientali, il sistema delle comunità locali, con le relative potenzialità ed occasioni di crescita e di sviluppo per le persone di minore età.
La Scuola è luogo primario e insostituibile nel quale, in forma decisiva, si rafforza negli alunni e nelle alunne la consapevolezza della propria personalità e della propria appartenenza alla comunità regionale e nazionale.
Ritengo necessario, ripartire da una visione unitaria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che riconnetta la dimensione della scuola e dell’istruzione con quella della famiglia, del lavoro e delle comunità locali, dell’ambiente e degli spazi aperti.
C’è bisogno che la ‘ri-partenza’ si realizzi sulla base di un ‘Piano straordinario per l’Infanzia e l’Adolescenza’, che, in maniera organica, a livello nazionale come a livello regionale, tenga conto delle condizioni di partenza e ponga obiettivi chiari e coraggiosi da raggiungere in tempi prefissati.
Non tralasciando indirizzi socio-educativi e interventi operativi e funzionali a favore di tutto il sistema scuola, con particolare attenzione alle fasce pre-scolastiche da 0 a 3 anni e da 4 a 6 anni”.