“È stata un’autentica cascata di pioggia, quella abbattutasi nei giorni scorsi sull’intero territorio nazionale, di cui però si raccolgono solo ‘poche gocce’, nonostante la determinante funzione avuta dagli invasi e dalla rete idraulica minore, appositamente svuotata, nel contenere i danni.
Questa l’analisi che arriva dall’Anbi, l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio, anche a commento dei dati dell’ultimo Osservatorio sulle Risorse Idriche.
A godere maggiormente delle piogge è stata la Basilicata, i cui bacini, in deficit idrico da mesi, registrano un’impennata, che li porta ad un surplus di quasi 11 milioni di metri cubi sulle disponibilità 2019.
Massimo Gargano, Direttore Generale di Anbi, ha commentato:
“Una situazione che conferma l’urgente necessità di un piano nazionale invasi, la cui funzione si rivela indispensabile per contenere le ondate di piena, creando al contempo riserva idrica.
È in contingenze come l’attuale, che si evidenzia l’utilità di trasformare un problema in risorsa, incrementando la capacità di trattenere le acque di pioggia al suolo, oggi ferma all’11%.
È del 2017 il nostro Piano Invasi, insieme all’allora Struttura di Missione #italiasicura, per realizzare 2000 bacini in 20 anni, grazie ad un investimento di 20 miliardi di euro; è di pochi mesi fa, invece, il Piano ANBI per l’Efficientamento della Rete Idraulica, redatto in funzione delle scadenze del Recovery Plan, grazie ad 858 progetti definitivi ed esecutivi, capaci di attivare oltre 21.000 posti di lavoro con un investimento di circa 4 miliardi e 400 milioni. I progetti sono cantierabili; attendiamo risposte”.
Per il vice presidente nazionale Anbi e direttore Cia-Agricoltori Potenza e Matera, Donato Distefano:
“La differenza tra i volumi prelevati ed utilizzati (7,6 miliardi di m3) mostra il livello complessivo di dispersioni d’acqua e dimensiona lo spreco del sistema.
La dispersione è molto più accentuata nel settore civile, con perdite del 45,3%.
Per le pratiche irrigue si stima invece una dispersione di acqua del 15%; risultano minime infine le percentuali di dispersione per gli altri usi.
Il dato più eclatante è quello degli acquedotti, si è detto tantissimo su questo aspetto che non lascia spazio a dubbi sullo stato della rete: si perdono in media 41,4 litri ogni 100 immessi nelle reti di distribuzione (inclusi nel dato gli allacciamenti abusivi e gli errori di misurazione)”.
Quanto al Piano Invasi, la Basilicata ha sue peculiarità in materia di acqua, 12 dighe, un sistema di accumulo per una capacità di invasamento circa 800 milioni di mc, una quantità di risorsa inestimabile, di assoluto valore, che fa della nostra una regione strategica nell’ambito del Sud Italia, ponendola fra i territori da attenzionare a cui dare risposte sul versante dell’efficientamento e infrastrutturazione.
Distefano evidenzia:
“Sono cinque gli interventi che riguardano la Basilicata compresi nel Primo Piano Stralcio Invasi presentati dal Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Teresa Bellanova.
Gli interventi destinati a realizzare opere strategiche e di grande importanza sono:
- Schema Idrico Ofanto – intervento adduttore alto Ofanto (Eipli) 4,5 milioni;
- Potenziamento ed ottimizzazione opere alimentazione alternativa dello schema Vulture servito da Acquedotto Sele-Calore (Acquedotto Lucano) 4 milioni;
- Schema Basento-Bradano manutenzione straordinaria adduttore Acerenza-Genzano (Eipli) 2,5 milioni;
- Potenziamento Acquedotto Frida con collegamento Città di Matera – solo progettazione – (Acquedotto Lucano) 3,5 milioni;
- Risanamento strutturale e ripristino tenuta idraulica vari tratti Canale principale Acquedotto Sele – solo progettazione – (Acquedotto Pugliese) 1,5 milioni.
Suddivisa nei bienni 2018-2019 e 2020, la Strategia del Ministero ha visto nel primo biennio finanziati sessantasette progetti di rilevanza nazionale nel settore della bonifica e del risparmio idrico in agricoltura per complessivi 629 milioni di euro attraverso il Programma di sviluppo rurale nazionale (PSRN); il Fondo sviluppo e coesione; la Legge di bilancio (infrastrutture strategiche) 2017 che aveva istituito il Fondo per le infrastrutture strategiche.
Riteniamo che l’occasione del piano nazionale e delle risorse finanziarie dell’UE disponibili dal 2021 possono dare una reale svolta al nostro sistema produttivo agricolo e agroalimentare prevedendo una reale modernizzazione delle opere e degli investimenti connessi alla gestione della risorsa quale fattore di competitività e di sviluppo”.
Per questa motivazione e cosi come riportato in forma organica nel documento programmatico di CIA Agricoltori Italiani nel documento “Il PAESE e la Basilicata che vogliamo”, 10 punti per modernizzare l’Italia, consegnato agli Stati generali al Presidente Conte e ora riproposto ai Dicasteri che stanno predisponendo il dossier per l’uso dei 209 miliardi di euro del RF.