Dopo le scene, riprese da più parti, che hanno visto le vie dello shopping prese d’assalto dagli italiani, il Governo è al lavoro per mettere nero su bianco nuove restrizioni per i giorni che precedono il Natale.
Ecco cosa dovremmo aspettarci, secondo “Il Corriere dello Sport”:
“L’idea è di rendere tutta l’Italia zona rossa o arancione nelle giornate più a rischio, permettendo però uno specifico allentamento per i piccoli Comuni.
L’ipotesi è adottare norme omogenee in tutta Italia, senza differenza regione per regione, con un irrigidimento delle disposizioni per evitare la terza ondata.
Le norme seguirebbero il modello tedesco annunciato da Angela Merkel“.
Per “Il Fatto Quotidiano”, si lavora su tre scenari:
- “L’Italia in zona rossa con un lockdown di fatto da Natale a Capodanno (o addirittura fino all’Epifania): chiusure di tutti gli esercizi tranne quelli essenziali, riduzione ulteriore della possibilità di circolazione, coprifuoco anticipato;
- l’Italia in zona arancione con un lockdown soft che prevede negozi aperti ma bar e ristoranti chiusi;
- una zona arancione rinforzata con chiusura dei negozi, dei bar e dei ristoranti nei festivi e nei prefestivi e regole meno rigide negli altri giorni.
In un documento presentato al governo per giustificare la necessità di una nuova stretta il Comitato Tecnico Scientifico sollecita norme più rigide per fermare gli assembramenti con le regole delle zone rosse nelle date del 24-27 dicembre, 31 dicembre-3 gennaio, 5-6 gennaio.
Il compromesso che potrebbe raggiungere l’esecutivo è quello di prevedere una zona arancione nazionale dal 20 dicembre al 6 gennaio e una zona rossa nei festivi e nei prefestivi.
Bloccando così cenoni e veglioni.
La Stampa scrive che il documento del Cts verte su tre punti fondamentali:
- potenziare i meccanismi di controllo per garantire il rispetto delle norme in vigore;
- limitare ulteriormente la circolazione interregionale;
- limitare la circolazione, ad esempio anticipando l’orario di rientro nelle abitazioni;
- ridurre i contesti che fanno rischiare gli assembramenti.
In pratica le indicazioni vanno dunque dall’ampliamento del coprifuoco (alle 20 o addirittura alle 18) e al blocco totale dei movimenti.
E che a questo punto si concilia poco con le deroghe alla circolazione tra i comuni più piccoli che pure dovrebbero far parte del provvedimento.
Secondo il quotidiano sono attualmente due le ipotesi principali sul tavolo dell’esecutivo: “decidere che durante le feste l’Italia sarà una grande zona arancione, con bar e ristoranti chiusi, spostamenti limitati ma negozi aperti, oppure una zona rossa nazionale: a quel punto ci troveremmo con un nuovo lockdown generale, come in primavera, quando si poteva uscire di casa solo per urgenze, necessità e salute e con autocertificazione in tasca.
II blocco totale è stato il nodo del confronto-scontro, dentro il vertice e tra governo e scienziati.
Con il modello Merkel, anche se la Germania ha una curva in salita e l’Italia in discesa.
Ma con un obiettivo simile: riportare gli ospedali a numeri in grado di reggere l’eventuale terza ondata.
Per questo per il quotidiano l’Italia potrebbe fermarsi “dal 24 dicembre al 6 gennaio, seguendo le regole della fascia arancione, o quelle della fascia rossa. Oppure le chiusure scatteranno solo nei giorni festivi e prefestivi e dunque 24-25-26-27-31 dicembre e 1-3-6 gennaio, come suggerito da Dario Franceschini”.
Il coprifuoco anticipato e lo stop alla circolazione interregionale dal 19 dicembre
Le Regioni, che spingevano per un allentamento delle maglie, si trovano ora di fronte alla prospettiva di un inasprimento”.
Cosa ne pensate?