“La Polizia Penitenziaria necessita di un numero di unità ben più elevato di quelle dei proclami di ripianamento della pianta organica che, si ricorda, essere attualmente quella falcidiata dalla Legge c.d. Madia, ovvero 41 mila unità rispetto alle 57.000 occorrenti come attestato da uno studio effettuato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e stabilito dopo una complessa trattativa con le OO.SS.”
Questa la dichiarazione del Presidente dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria (U.S.P.P.), Giuseppe Moretti:
“in merito alle entusiaste dichiarazioni del Sottosegretario Vittorio Ferraresi, sulle misure approvate nel decreto ristori e nella Legge di Bilancio in particolare su (presunto) ripianamento della pianta organica del corpo.
Posto che le notizie sullo stanziamento di 3,6 milioni di euro sullo straordinario dell’anno 2020 e 1,4 milioni di euro per il mese di gennaio 2021 sono confortanti, dopo l’allarme iniziale che vedeva esclusa l’assegnazione di nuovi fondi per le carenti risorse umane a disposizione che hanno fatto fronte alle emergenze dovute alla crisi sanitaria, prendiamo atto della volontà di ripianare la pianta organica del Corpo, anche se i numeri sugli arruolamenti, non appaiono affatto corrispondere a quelli necessari per completare l’organico attualmente previsto, ma non possiamo neanche ritenere un successo il fatto che il piano dei nuovi arruolamenti (2800 unità) sarà realizzato nel prossimo quinquennio, ovvero con uno scostamento minimo almeno nei primi anni di attuazione, destando preoccupazione il fatto che non venga tenuto affatto in considerazione lo studio che ha rideterminato con numeri ben diversi le unità occorrenti per garantire sicurezza, legalità e diritti contrattuali degli agenti che lavorano nelle carceri ogni giorno tra mille difficoltà e dall’esplosione della pandemia a rischio anche sanitario”.
Il Presidente dell’USPP invita:
“il Ministro Alfonso Bonafede anche a prendere in esame quanto emerso dai lavori dell’apposita commissione di studio dipartimentale e correggere prima possibile il decreto con cui sono state rideterminate le piante organiche del Corpo di Polizia Penitenziaria, ricordando che se oggi nelle carceri la situazione è sotto controllo è solo grazie all’abnegazione degli agenti che continuano a lavorare sotto forte stress e con mezzi e strumenti non adeguati.
A riguardo riteniamo di dover sollecitare sia lo stesso Ministro della Giustizia che il Capo del Governo Conte, a dotare le carceri di quanto occorre per espletare le funzioni che gli sono attribuite dalla Legge, piuttosto che ipotizzare nuove misure deflattive che svilirebbero il valore della certezza della pena e la credibilità dello Stato nell’opera di recupero del che pure è prevista dall’Art. 27 della Costituzione.
A tal proposito, la politica in ambito nazionale, fa delle belle promesse, ma di fatto in periferia la situazione è a dir poco drammatica, proprio per gli effetti della scellerata legge c.d. madia, il ministro della giustizia Orlando emanò un decreto sulle piante organiche, ove di fatto per il distretto puglia e Basilicata effettuò un taglio esagerato nel piano di assegnazione di personale che andava dal 18 a circa il 30%.
Quindi immaginate gli effetti devastanti, con la pandemia in atto, ove si sta cercando di arginare il tutto, ma con sforzi sovraumani, vedi dove sono stati registrati diversi contagi.
Il grido di allarme che lancia questa sigla, volta alla politica regionale, che si faccia carico della gestione pandemica delle carceri in questo distretto, ove ancora non stanno praticando i tamponi a tutti, quindi siamo ben lontani da una pianificazione della campagna vaccinazione, ove il rischio è elevato anche per i disastri registrati ad esempio nella casa circondariale di Foggia ove ancora non abbiamo notizia se si sia fatta chiarezza sull’accaduto.
Non si riesce a comprendere il perché il carcere non sia considerato obiettivo primario da salvaguardare, con la sanità ect.”.