“Se posso parlare a nome di tutto il Governo a testa alta è grazie alla consapevolezza di chi ha impegnato tutte le proprie energie fisiche e intellettive alla comunità nazionale.
Nel dibattito pubblico che si è levato in questi mesi di emergenza di Coronavirus, alcuni hanno opinato che la pandemia avrebbe schiacciato la politica.
È stata politica la scelta di tutelare la salute, ma anche nella consapevolezza che solo tutelando quel bene primario si sarebbe potuta preservare la tenuta economica del Paese”.
Così il premier Giuseppe Conte ha aperto alla Camera la parlamentarizzazione della crisi di governo:
“Una situazione per nulla semplice, da cui speriamo di uscirne rapidamente.
Sono fiducioso, sia nei confronti dei parlamentari, sia del Paese”.
Come chiarisce “Open”:
“I voti di fiducia, oggi, non dovrebbero mancare, e dovrebbero oscillare attorno a quota 320, con una maggioranza assoluta fissata a 315 voti.
A sostenere il premier e il Governo ci saranno sicuramente i voti di:
- Movimento 5 Stelle (191);
- Partito Democratico (92);
- Liberi e Uguali (12);
- deputati di Italia Viva, tra cui Michela Rostan (che ha definito l’apertura della crisi da parte di Matteo Renzi «un errore») e Vito De Filippo (che ha già preannunciato il suo ritorno nel Pd).
A questo gruppetto di «costruttori» si dovrebbero aggiungere tra i 18 e 21 voti provenienti dal Gruppo Misto.
Restano incognite dell’ultimo minuto, specialmente tra gli ex pentastellati e tra gli esponenti che siedono sugli scranni centrali dell’emiciclo dell’Aula.
Intanto le opposizioni incalzano.
Il centrodestra, con una nota congiunta, ha reso noto che non voterà la fiducia al premier a causa del «fallimento del suo governo contro la pandemia sia da un punto di vista sanitario che economico»”.