“La giornata della memoria deve essere anche per tutti i lucani una importantissima occasione per riflettere sugli errori del passato e per immaginare un presente e un futuro in grado di mettere al centro l’umanità, le persone con i loro bisogni e le loro aspettative”.
Lo afferma il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, che aggiunge:
“Già oggi, nel pieno di una tragica pandemia, e domani, quando il coronavirus sarà ormai solo un triste ricordo, occorrerà immaginare un nuovo umanesimo dove le relazioni fra le persone dovranno assumere un significato ancora più importante.
Purtroppo, in diverse parti del mondo dove si pensava che le radici della democrazia fossero ben salde e profonde, assistiamo quotidianamente a manifestazioni che richiamano l’odio razziale con episodi di violenza, di discriminazione, di intolleranza.
Questa pandemia, pur nella sua tragicità, ci ha insegnato che la dignità umana ha un valore che non può essere barattato con nessun’altra cosa al mondo e che non può essere messo in discussione con le leggi del mercato.
Per tutte queste ragioni, nella giornata della memoria è quanto mai necessario rivolgere un pensiero, una riflessione, ai tragici avvenimenti che colpirono l’Europa nella seconda guerra mondiale, alla shoah, ovvero allo sterminio degli ebrei vittime del genocidio nazista.
La data scelta simbolicamente è quella del 27 gennaio, in ricordo del giorno del 1945 in cui l’Armata rossa liberò il campo di sterminio di Auschwitz.
L’apertura dei cancelli di questo luogo mostrò al mondo intero non solo i testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati in quel lager nazista.
In seguito, furono scoperti altri campi di sterminio costruiti dai nazisti per perpetrare il loro disegno ai confini dell’inimmaginabile.
Sei milioni di Ebrei furono uccisi nella Shoah, i sopravvissuti ai lager hanno continuato a portare nella loro anima il dramma di quell’esperienza che segnò per sempre la loro vita.
E fra loro anche molti lucani.
Ne voglio ricordare solo uno, in rappresentanza dei tanti, Marcello Romano, agricoltore di Pisticci (MT), che visse l’esperienza in un campo di concentramento nazista, dal 9 Settembre 1943 al 5 Maggio 1945.
Ogni anno che passa sono sempre meno i testimoni di quella tragedia.
E allora il tempo che scorre ci deve dare una ulteriore forza e responsabilità, quella di non dimenticare e, ogni anno, di riflettere sempre più in profondità su quegli avvenimenti per evitare che si ripeta una delle più grandi tragedie dell’umanità”.