Dichiarano i consiglieri regionali di Italia Viva, Luca Braia e Mario Polese:
“Si stralci dalla nuova legge regionale del 15 Gennaio 2021 N. 5 che istituisce un garante omnibus e tutto fare l’ufficio del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, e si ripristini la figura con una nuova legge regionale specifica e aggiornata rispetto alla precedente che la maggioranza ha recentemente abrogato.
Come Italia Viva abbiamo raccolto anche 745 firme a supporto della nostra petizione da parte di molti cittadini e cittadine ma anche da rappresentanti di associazioni.
Ci auguriamo che l’intero Consiglio la condivida e che la maggioranza comprenda veramente la peculiarità di questa figura a difesa dei diritti dei più deboli.
La Regione Basilicata deve tornare a riconoscere e difendere quelli che sono specifici diritti e interessi delle bambine, dei bambini e degli adolescenti di ogni colore, religione, cultura ed etnia presenti sul territorio regionale, nel rispetto delle leggi regionali, nazionali e delle convenzioni per i diritti universali che non si possono abrogare con un colpo di mano, togliendo una figura chiave e unificando più ruoli in uno.
La recente abrogazione della norma regionale, con la motivazione di ‘razionalizzazione delle risorse pubbliche’ e di ‘esigenze di contenimento della spesa regionale’ da parte della maggioranza in Consiglio regionale e l’istituzione del ‘Garante dei diritti della persona’, accorpando in un’unica figura:
- Garante infanzia,
- Garante detenuti e vittime di reato,
- Garante regionale salute disabili,
lede i diritti dei minori.
Si è creata una situazione anomala per la Regione Basilicata che non può essere unico e isolato esempio negativo in Italia.
Lo stiamo denunciando da tempo e, dopo aver promosso una petizione, ora presentiamo la nostra articolata proposta di legge per il suo ripristino.
Tra l’altro, in termini di risparmio delle risorse regionali, questa proposta di legge non aggiunge assolutamente un euro in più.
La nostra proposta di legge, depositata questa mattina intende assicurare l’attuazione dei diritti e degli interessi individuali e collettivi delle bambine, dei bambini e degli adolescenti, di favorire lo sviluppo di tutti gli aspetti della loro personalità ed affermare le loro pari opportunità stimolando la rimozione di ogni tipo di disuguaglianza.
L’elenco delle sue funzioni, che si trova nella nostra proposta di legge mira a poter intraprendere tutte le iniziative volte a rendere effettiva la tutela dei minori ed in particolare:
- per la prevenzione dell’uso dell’alcool e della droga,
- per la tutela degli abusi dell’infanzia e dell’adolescenza e da ogni tipo di dipendenza,
- cyberbullismo,
- gioco patologico,
chiaramente intervenendo nei procedimenti amministrativi che possono interessare i minori a vario titolo.
Si avvarrà di un Comitato consultivo composto:
- da rappresentanti del volontariato,
- delle associazioni,
- degli Enti locali,
- delle famiglie,
- delle professioni coinvolte nella promozione e protezione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza,
- oltre che da un componente designata dall’Ufficio Scolastico regionale, e da una componente fissa di minori.
Dovrà ritornare ad avere la sua autonomia, una apposita struttura e dotazione organica con specifiche professionalità necessarie durerà in carica cinque anni e sarà scelto tra persone, in possesso di laurea in materie giuridiche e sociali, che dispongano di particolare, documentata competenza ed esperienza nel settore.
La novità che proponiamo è che al Garante spetti una indennità di funzione pari al venticinque per cento di quella lorda del consigliere regionale e non più come al garante ‘omnibus’ attuale pari al cinquanta per cento.
La legge del 2009 per la Basilicata è stata punto di riferimento e tutela dei diritti dei minori, ora proviamo ad apporvi anche miglioramenti per una figura dedicata, indipendente, autonoma che non generi confusione con altri contesti, tutele e garanzie.
La dispersione scolastica, l’assistenza sanitaria, gli interventi di accoglienza e di integrazione dei minori non accompagnati e/o stranieri, la tutela e difesa dalla cattiva informazione e dal difficile rapporto con i social media, i mezzi di difesa per i maltrattamenti in famiglia o per il bullismo/cyberbullismo oltre che per tutte le situazioni di marginalità e povertà educativa non possono essere delegate ad altri, in un calderone di competenze che, sulla carta, raccontano di pensare ai diritti di tutti e poi, nel concreto, non avranno tempo di garantire i diritti di nessuna delle categorie fragili che la maggioranza ha preteso di raggruppare insieme”.