Per la “lotteria degli scontrini” meno di un terzo degli esercizi commerciali nella nostra regione ha provveduto ad aggiornare i registratori telematici ed acquistare il lettore ottico per la lettura del codice lotteria, con una spesa media di 300 euro.
Per Confcommercio Potenza:
“è un costo esagerato e inopportuno in una fase estremamente difficile in cui molti commercianti hanno notevoli difficoltà finanziarie a causa della crisi economica dovuta alla pandemia in corso.
Inoltre per gli adeguamenti ‘servono oltre 1 ora e mezza’ e c’è ‘un problema oggettivo legato alle difficoltà tecniche di chi dovrebbe appontare lo strumento di rispondere alle richieste’.
E non si sottovaluti ulteriormente il problema di costo per l’esercente della moneta elettronica, vale a dire le esose commissioni bancarie.
Se si vuole andare verso la moneta elettronica, serve un azzeramento vero delle commissioni.
La lotteria degli scontrini appena avviata parte in un momento sbagliato: se fosse un’iniziativa privata sarebbe destinata al fallimento.
I costi superano i benefici e i negozi non hanno avuto il tempo per adeguarsi.
Come il cashback, anche la lotteria degli scontrini, troverà il tempo che trova.
Non ha nessun utilità per il mercato in un momento di incertezza in cui le aziende non sanno quando devono restare aperte o chiuse”.
Al costo dell’adeguamento si aggiunge anche il costo per comunicare la partecipazione dei negozi alla lotteria:
“siccome è un’operazione di Stato andrà pubblicizzata ed è un costo per le imprese.
Il settore in questo momento sta galleggiando a malapena: avevamo chiesto una proroga perché questa iniziativa nasce zoppa: le teste delle persone sono distratte rispetto a questi temi, c’è sensibilità dei consumatori in questo momento, e società che devono fornire gli strumenti (lettore e cip) hanno difficolta a istallarle in tempi rapidi.
Siamo nell’ingenuità totale se si pensa che la lotteria degli scontrini contribuirà da sola a combattere l’evasione fiscale.
Si registra nella vendita al dettaglio un 10% di evasione fiscale.
Bisognerebbe occuparsi anche dell’altro 90%”.
I dirigenti delle organizzazioni di categoria degli esercizi pubblici e alimentari sottolineano:
“Come se non bastasse si deve fare i conti con i ritardi degli installatori, che sono letteralmente oberati di lavoro.
Eppure, lo Stato ha convinto gli italiani che l’unica occasione di riscatto sociale, al momento, è legata alla fortuna e infatti le persone stanno già cominciando a scegliere un negozio o un locale in base alla possibilità di partecipare o meno alla lotteria.
Questa è una follia.
Ecco perché avevamo chiesto al governo di posticiparne l’avvio a giugno, quando tutti fossero stati pronti.
Invece si è preferito privilegiare ancora una volta le realtà più grandi e strutturate, che si sono già adeguate.
Ora oltre al danno, la beffa.
Il trend che stiamo riscontrando in queste prime ore, infatti, è che le persone, prima ancora di ordinare un caffè, chiedono se possono partecipare o meno alla lotteria.
In caso di risposta negativa, cambiano locale.
Un corto circuito che si poteva e doveva evitare”.