A Matera associazioni, sindacati e liberi cittadini si troveranno fianco a fianco per la marcia della “R-esistenza resiliente”.
L’iniziativa doveva tenersi nella giornata di domani 13 Febbraio ma, causa maltempo, è stata rimandata:
“A causa delle avverse condizioni meteo previste il 13 febbraio la nuova ‘marcia per la cultura ed il lavoro r-esistenza resiliente’ promossa da Cgil, Cisl e Uil di Matera e dalle associazioni di categoria, culturali, volontariato e sportive è rinviata a Sabato 20 febbraio 2021 alle ore 10:30 con ritrovo in piazza Vittorio Veneto a Matera”.
Come dichiarano gli organizzatori:
“Le Organizzazioni Sindacali CGIL – CISL – UIL della Provincia di Matera, insieme alle Associazioni Datoriali, Culturali, Ambientaliste e del Volontariato, nel marzo 2018 hanno dato vita ad una Marcia per la Cultura ed il Lavoro per chiedere che, nel percorso di avvicinamento al 2019 – Matera/Capitale Europea della Cultura, si sostituissero, alla prevalente produzione e consumo di “eventi”, azioni finalizzate alla realizzazione di infrastrutture culturali stabili e condivise in grado di creare concrete prospettive di sviluppo e di lavoro ai cittadini del territorio materano.
Alla luce di quanto nel frattempo si è realizzato, ed è accaduto (“pandemia”, possibile Deposito Nazionale Scorie Nucleari), è oggi opportuno riprendere quell’iniziativa:
• una nuova “marcia per la cultura ed il lavoro”, che attivi un processo democratico di partecipazione e condivisione da parte dei soggetti intermedi e dei cittadini, degli obiettivi più adeguati di conservazione e valorizzazione culturale del patrimonio storico-naturalistico-ambientale del territorio materano, che superi le compromissioni fin qui verificatesi.
La Cultura, in una città della storia e delle qualità di Matera, deve diventare una leva fondamentale di sostegno economico e sviluppo: deve creare lavoro, ma un lavoro qualificato, stabile, creativo, fondato sulla qualità della tutela, della documentazione e ricerca, dell’innovazione nella tradizione, della valorizzazione sostenibile: un “lavoro buono”, nel quale i nostri giovani possano trovare adeguate prospettive di crescita civile.
E’ oggi evidente l’esigenza di una ripresa di progettualità collettiva, che coinvolga insieme la comunità materana e nazionale, per ridare corrette prospettive alla costruzione delle infrastrutture culturali necessarie per reggere, ad adeguati livelli di “qualità”, il brand di città della cultura sul quale Matera pone tante chance per il futuro suo e dei suoi giovani.
Una progettualità, un’impostazione strategica di tutela del “patrimonio” diventata ineludibile alla luce di quanto emerge man mano dalla realizzazione delle opere cantierizzate in questi ultimi mesi, dove l’aspetto relativo ad accessibilità, fruizione e “valorizzazione” del patrimonio storico e naturale, ha preso il sopravvento su quello della “conservazione”: passerelle, sentieri, muretti a secco sono fioriti alterando un contesto ambientale e storico delicatissimo.
Un malinconico “declino” di valori, strategie, obiettivi conquistati in oltre mezzo secolo di forte mobilitazione culturale e politica della comunità materana, una piatta “omologazione” di quel processo alle regole del marketing commerciale, che stravolgono e snaturano le città d’arte.
Chiediamo alla Regione Basilicata e alla nuova Amministrazione Comunale (nel frattempo insediatasi), di incentivare e governare quella ripresa di progettualità, non limitandosi a tamponare ferite, ma riprendendo l’iniziativa politica e culturale, per:
• disegnare una nuova strategia di tutela e valorizzazione che fermi il declino, la deriva commerciale, e porti a nuova sintesi il processo storico consolidato, con il “lascito” dell’anno di Matera/ECoC (brand), con quanto si sta realizzando (con le opportune correzioni/integrazioni), e con quanto di nuovo si sta manifestando, sia sul piano istituzionale (vedi la nascita del “Museo Nazionale Ridola-Lanfranchi”), che sul piano dei rivolgimenti epocali che la pandemia ha provocato sulle modalità difruizione del turismo culturale;
• riproporre l’agognato (da almeno sessanta anni) Museo Demo-Etno-Antropologico (DEA) : una “infrastruttura-istituzione culturale” strategica che rappresenti la memoria storica della comunità contadina dei Sassi; e che costituisca altresì un centro di documentazione, ricerca ed animazione culturale della città, a disposizione delle future generazioni, e di un “turismo di qualità”.
• organizzare una risposta collettiva, alla “minaccia” di insediamento del Deposito Nazionale delle Scorie Nucleari, guarda caso, a poche centinaia di metri dai Villaggi Neolitici della Murgia Materana”.
Di seguito la locandina con i dettagli.