A Scanzano Jonico (MT), questa mattina, si è proceduto all’abbattimento di un’abitazione abusiva riconducibile al clan Schettino, operante lungo la fascia jonica lucana.
Per il coordinamento Regionale di Libera:
“Un segnale forte che viene lanciato all’intera comunità regionale e ci dice che la presenza criminale non è ai margini, nella regione Basilicata, ma è dentro gli spazi rimasti aperti della nostra società.
Sono trascorsi venticinque anni dall’approvazione della legge n.109 del 7 marzo 1996 che andava a completare la Rognoni La Torre del 1982 sul versante della restituzione alla collettività dei beni tolti ai mafiosi.
Un’intuizione e un sogno che si realizzava a Palermo, in Sicilia e poi in tutta Italia, tenendo viva la memoria delle vittime innocenti della violenza criminale e mafiosa.
Strumenti di prevenzione antimafia che i clan mafiosi hanno provato sempre ad ostacolare – perché hanno inferto un duro colpo al loro potere economico e di controllo del territorio – tentando azioni elusive, di condizionamenti fino ai danneggiamenti ed alcune volte alla distruzione dei beni stessi.
Non dobbiamo dimenticare che la forza delle mafie si ritrova proprio in quell’impasto di complicità, a volte anche di ignoranza, di indifferenza che gli permettono di prosperare e diffondersi.
Complicità e indifferenza che sacrificano al profitto – non dimentichiamolo mai – la vita delle persone.
Il Metapontino, come altre aree della nostra regione, sono interessate da fenomeni inquietanti come le mafie, la corruzione, le disuguaglianze sociali, la povertà, la distruzione e l’inquinamento ambientale.
È quindi l’impegno nel territorio diventa decisivo e insostituibile.
Le mafie si approfittano delle fragilità. Le mafie e la corruzione si approfittano anche della vulnerabilità del contesto sociale: la fragilità dei servizi, delle opportunità, dei diritti.
Nel Metapontino si sono costituiti clan e sodalizi delinquenziali dediti al racket delle estorsioni ed allo spaccio di stupefacenti.
A Schettino, considerato dalla Dda di Potenza alla guida di uno dei clan mafiosi operanti nella zona del Metapontino, è stato riconosciuto un ruolo preminente nella gestione ed organizzazione del traffico di stupefacenti e nel reimpiego dei relativi capitali illecitamente ottenuti nell’area territoriale jonico-lucana.
L’operazione odierna ci invita a credere che l’attività di contrasto alla criminalità organizzata attraverso l’aggressione ai patrimoni illecitamente costituiti è importante e necessaria.
Libera invita tutta la comunità a lavorare insieme, a non rassegnarsi ed impegnarsi affinché la lotta alle mafie, la confisca dei beni e la successiva destinazione avvengano sempre con puntualità”.