“Il processo di convergenza tra Mezzogiorno e centro-Nord è fermo da decenni. Dagli inizi degli anni ’70 a oggi è grandemente peggiorato”.
Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, aprendo la prima giornata di “Sud-progetti per ripartire“:
“Le risorse di Next Generation EU si aggiungono ad ulteriori programmi europei e ai fondi per la coesione, che mettono a disposizione altri 96 miliardi per il Sud nei prossimi anni.
Ma abbiamo imparato che tante risorse non portano necessariamente alla ripartenza del Mezzogiorno.
Ci sono due problemi: uno nell’utilizzo dei fondi europei, l’altro nella capacità di completamento delle opere pubbliche
A fronte di 47,3 miliardi di euro programmati nel Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dal 2014 al 2020, alla fine dello scorso anno erano stati spesi poco più di 3 miliardi – il 6,7%.
Nel 2017, in Italia erano state avviate ma non completate 647 opere pubbliche.
In oltre due terzi dei casi, non si era nemmeno arrivati alla metà.
Il 70% di queste opere non completate era localizzato al Sud, per un valore di 2 miliardi.
È necessario far ripartire il processo di convergenza tra Mezzogiorno e centro-nord che è fermo da decenni.
Il prodotto per persona nel Sud è passato dal 65% del Centro Nord al 55%.
Negli ultimi anni, c’è stato un forte calo negli investimenti pubblici, che ha colpito il Sud ovviamente insieme al resto del Paese.
Tra il 2008 e il 2018, la spesa pubblica per investimenti nel Mezzogiorno si è infatti più che dimezzata ed è passata da 21 a poco più di 10 miliardi.
Vogliamo fermare l’allargamento del divario e dirigere questi fondi in particolare verso le donne e i giovani.
Il nostro, il vostro successo in questo compito può essere anche un passo verso il recupero della fiducia nella legalità e nelle istituzioni, siano esse la scuola, la sanità o la giustizia”.