Siamo a Marzo e con l’arrivo della primavera le giornate si allungano e l’ora cambia.
Le lancette saranno spostate questa notte, quindi tra sabato 27 e domenica 28 marzo.
Un’ora in meno di sonno dunque.
Per i prossimi 6 mesi si avrà più luce la sera, ma meno la mattina presto, fermo restando che aumenteranno le ore di luce diurne giorno per giorno.
L’ora legale non può effettivamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre ad un maggior sfruttamento delle stesse, solitamente “sprecate” a causa delle abitudini di orario.
Tra le conseguenze più frequenti dovute al ritorno del cambio orario ci sono:
- la difficoltà ad addormentarsi;
- l’insonnia;
- qualche problematica di adattamento al nuovo ritmo e anche una certa irregolarità nell’alimentazione.
Si tratta comunque di disturbi assolutamente lievi e passeggeri e già dopo qualche giorno di adeguamento, la sensazione di stranezza che alcuni di noi avvertono è destinata a sfumare.
Come sappiamo, il doppio cambio d’orario annuale è un tema caldo, su cui si dibatte ormai da tempo all’interno del Parlamento Europeo: in base ai risultati di una consultazione, la commissione ne ha proposto l’abolizione.
L’ora legale fu introdotta per far sì che i Paesi dell’Europa meridionale potessero godere di giornate con più sole, ma soprattutto per ottenere un cospicuo risparmio energetico nelle bollette.
Più dell’80% dei votanti si espresse contro il cambio dell’ora, che attualmente avviene due volte l’anno, manifestando di preferire il mantenimento della sola ora solare.
L’Unione europea da tempo caldeggia la soppressione del doppio cambio durante l’anno.
Preso atto da un sondaggio che l’84% dei cittadini del continente è favorevole all’orario fisso per tutto l’anno, ora sta ai singoli Paesi decidere quale orario adottare.
Bruxelles, pur avendo deciso per “un approccio armonizzato e un’abolizione coordinata dei cambi semestrali dell’ora” (Direttiva del settembre 2018), ha infatti lasciato al contempo “a ciascuno Stato membro la facoltà di decidere in merito alla sua ora normale”.
I singoli Paesi dovranno dunque decidere se tenere l’ora legale o quella solare, col rischio che le scelte possano essere diverse anche tra Paesi confinanti.
In teoria, gli Stati avrebbero dovuto dare una risposta definitiva entro il 1° aprile 2020, ma come sappiamo hanno avuto cose ben più urgenti a cui pensare.
Quindi quest’anno si procede come al solito e se ne riparlerà nel 2022, a pandemia (si spera) finita o quanto meno sotto controllo.
L’Italia per ora ha stabilito che lascerà in vigore l’attuale sistema, con l’alternanza tra ora legale e solare a marzo e ottobre di ogni anno.
Voi quale ora preferite: la legale o la solare?