Matera: ragazzo di 20 anni preso a schiaffi e pugni! Ecco cosa è successo

Nei trascorsi giorni, i Carabinieri della Compagnia Matera, nell’ambito dei quotidiani servizi di controllo del territorio, hanno arrestato in flagranza di reato tre ragazzi del posto, di 25, 24 e 22 anni, già noti alle forze dell’ordine, ritenuti responsabili di rapina in danno di un 20enne materano.

Nello specifico, i militari del dipendente Nucleo Operativo e Radiomobile sono intervenuti, su richiesta della Centrale Operativa, in via dei Lucani a Matera, dove era stata segnalata una rapina in atto.

I Carabinieri, giunti sul posto, verificavano la presenza di un 20enne del posto, molto provato che, a seguito delle numerose lesioni riportate, veniva trasportato da personale 118 presso il pronto soccorso per le necessarie cure mediche.

I militari, grazie ai preliminari accertamenti ed ai primi elementi raccolti, appuravano che il 20enne aveva subito una rapina da parte di tre ragazzi, tutti del posto.

In particolare i tre aggressori, mentre viaggiavano a bordo di un’autovettura, lungo una delle principali strade cittadine, notavano il 20enne che transitava alla guida della propria bicicletta elettrica.

Gli stessi scesi rapidamente dal veicolo, si dirigevano verso il 20enne, aggredendolo con schiaffi e pugni, in seguito ai quali, uno degli aggressori gli sottraeva la bicicletta, con la quale, postosi alla guida, si allontanava velocemente, mentre gli altri due rapinatori rientravano nella propria macchina, dileguandosi, cercando di far perdere le proprie tracce.

I militari del Nucleo Operativo Radiomobile, alla luce degli elementi di prova acquisiti, riuscivano a risalire all’esatta identità dei tre rapinatori ed a rintracciarli.

Nella circostanza venivano svolte diverse perquisizioni domiciliari nel corso delle quali, all’interno di uno scantinato condominiale di una palazzina di Matera, ove abitava uno degli aggressori, veniva ritrovata la bicicletta appena rubata.

In esito alla rapida attività info-investigativa, i tre rapinatori venivano arrestati e posti ai domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mentre la bicicletta veniva restituita al legittimo proprietario.