Dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo di Italia Viva:
“Coinvolgendo i ministri e i parlamentari lucani di ogni partito a sostegno del governo regionale, si faccia di tutto per provare a evitare il taglio dei fondi Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) all’agricoltura del Mezzogiorno o a ridurlo drasticamente rispetto a quanto si sta ipotizzando.
A pagare non dovranno essere giovani e filiere, a partire dalle graduatorie esistenti il cui scorrimento dev’essere una priorità, prima di avviare nuovi bandi.
Ho presentato una mozione per rafforzare l’azione utile a evitare la penalizzazione della Basilicata e delle Regioni del Sud dalla nuova distribuzione dei fondi Feasr.
Mentre tutti dicono di voler scommettere sul Mezzogiorno per far ripartire il Paese, soprattutto dopo il tragico periodo della pandemia, in agricoltura pare valere il contrario.
È inaccettabile la prima proposta di mediazione che spero venga immediatamente rivista, del nuovo ministro dell’Agricoltura Patuanelli che penalizza il Sud in maniera assurda e la Basilicata per oltre 25 Milioni di euro.
Questo mi ha spinto a proporre una mozione, auspicando che possa essere discussa in Consiglio regionale in tempi utili, oltre che a scrivere ai rappresentanti di Italia viva al Governo e in Parlamento per sostenere con tutte le forze la battaglia che gli assessori all’agricoltura del Sud stanno mettendo in campo a difesa del budget e dell’applicazione del criterio storico, al massimo possibile, per definire il riparto dei fondi Feasr per la proroga biennale del Psr.
A loro volta, il Governo regionale e l’assessore Fanelli continuino la loro protesta senza sosta e facciano ogni atto di difesa utile, nelle loro prerogative e competenze, insieme ai propri riferimenti al Governo e in Parlamento, proprio per far valere in maniera preponderante il criterio storico nel riparto, invece di criteri penalizzanti per le risorse destinate alla Regione Basilicata.
Sono questi gli impegni che chiediamo con la mozione che, mi auguro, trovi unità di obiettivi.
Non dobbiamo e non possiamo, come Basilicata, incorrere nella forte penalizzazione per le Regioni svantaggiate.
Dobbiamo, invece, rimanere compatti sul fronte della garanzia alle Regioni del Sud, compresa la nostra Basilicata, a difesa dei fondi destinati a garantire il riequilibrio strutturale e non a vantaggio di zone già meglio attrezzate per logistica, presenza di infrastrutture e vicinanza ai mercati ad alto valore aggiunto, quali le regioni del centro-nord.
Le rivendicazioni delle Regioni settentrionali con l’avallo ingiustificato del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, rispetto a vecchie intese del 2014, che possono essere solo accettate in via di principio ed eventualmente solo a partire dalla prossima programmazione 2023/2027, devono essere ricalcolate su parametri differenti, ad esempio celerità ed efficienza della spesa, ma non quelli come fatturato e Plv, per non penalizzare le Regioni a vocazione cerealicola, zootecnica e ortofrutticola a più basso valore aggiunto e presenti prevalentemente del sud, ma di cui l’Italia intera non può fare a meno.
La programmazione della produzione agricola deve poter salvaguardare gli interessi nazionali, valorizzare le vocazioni territoriali, compensare, piuttosto che umiliare agricoltori, territori e comunità meno fortunate.
Ricordiamoci sempre che Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Umbria da sole rappresentano il 60 per cento delle aree italiane interessate dal Psr.
Al netto delle decisioni che saranno prese dal Governo, presidente Bardi e assessore Fanelli, bisogna mantenere gli impegni già presi con i giovani e le filiere a partire dalla graduatorie esistenti ancora da scorrere, su cui vi è anche il sostegno di tutte le associazioni di categoria, prima di ripartire con la nuova stagione.
La transizione della Pac 2020/2022 renderà, infatti, disponibili per la Basilicata ulteriori risorse insieme a quelle aggiuntive Ngeu (Next Generation Eu), comunque per oltre 140 Milioni di euro, di cui 60 già impegnati per il nuovo bando sul biologico, che devono essere l’occasione per rafforzare e ri-proiettare la Basilicata dell’agroalimentare in un futuro fatto di programmazione, innovazione, tecnologia, giovani, filiere e sostenibilità ambientale”.