Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa dell’ On. G. Rospi (Popolo Protagonista) che tratta il tema del Recovery plan per il Sud e anche per la Basilicata.
Dichiara il deputato e presidente di Popolo Protagonista durante la conferenza stampa “Oltre il decreto Genova, per un’Italia più semplice”, organizzata insieme a “Cambiamo!” di Giovanni Toti, con la quale lo scorso Febbraio è stata creata in Camera dei Deputati la componente politica ‘Cambiamo-Popolo Protagonista’, forte di 10 membri:
“Il Recovery Plan con quasi 250 miliardi di euro da spendere in pochi anni, di cui una parte rilevante nelle infrastrutture ferroviarie, stradali e portuali, è un’opportunità storica per ridurre il gap infrastrutturale ed economico tra il Sud e il resto d’Italia; tuttavia, il rischio che questa opportunità sfumi a causa dell’asfissiante burocrazia che permea la pubblica amministrazione del nostro paese, è assai concreto.
Per realizzare entro il 2026 le opere che saranno individuate dal PNRR occorre lavorare a un decreto che preveda procedure in deroga per rendere più spediti i vari step degli appalti, sulla scorta di quanto fatto per la ricostruzione del Ponte di Genova.
Chiediamo un provvedimento che renda più semplice l’Italia e la possibilità di ammodernarla, partendo dalla sospensione del Codice degli Appalti finché non sarà oggetto di una profonda revisione.
Per il momento potrebbe bastare la semplificazione delle procedure VIA e quelle per l’ottenimento dei nulla osta dei Beni Culturali, oltre che un maggiore utilizzo delle conferenze di servizio, da far diventare il luogo in cui le criticità vengono risolte senza temporeggiare.
Miriamo a una semplificazione che non limiti la libera concorrenza delle imprese e che preveda, ad esempio, gare più snelle con l’invito ad almeno 10 operatori economici, l’utilizzo di criteri di assegnazione oggettivi, garantendo il principio della rotazione delle imprese e premiando la solidità economica delle stesse.
A nostro avviso la gestione commissariale delle nuove opere andrebbe affidata a professionisti di alto profilo da individuarsi nella società civile e in grado di dedicarsi fattivamente al gravoso impegno manageriale che richiede la realizzazione di una grande opera pubblica.
Pur apprezzando, infatti, l’indiscussa professionalità dei commissari recentemente nominati per le 57 opere dello ‘Sblocca cantieri’, non passa inosservato che molti di loro, già con impegnativi incarichi in RFI o ANAS, dovranno occuparsi contemporaneamente di più cantieri strategici per Puglia, Basilicata e Calabria; opere le cui complessità progettuali, esecutive e procedurali hanno condotto allo stallo dei cantieri.
È il caso delle tratte ferroviarie:
- ‘Ferrandina – Matera’,
- ‘Taranto – Metaponto – Potenza – Battipaglia’,
- ‘Salerno – Reggio Calabria’.
Tutte sotto lo stesso commissario, così come un unico manager dovrà occuparsi della realizzazione dell’Alta Velocità sulla ‘Napoli – Bari’ e del completamento del raddoppio ferroviario della ‘Pescara – Bari’.
Allo stesso modo, sul fronte delle infrastrutture stradali, un solo commissario seguirà l’ammodernamento della ‘Fondovalle del Biferno’ in Molise e quelli della ‘Garganica’ e dell’‘Adriatica’ in Puglia.
Auguriamo un buon lavoro ai commissari auspicando, in futuro, il coinvolgimento di un maggior numero di professionisti, ciascuno su un’opera specifica.
La visione che abbiamo per il rilancio economico del Mezzogiorno è quella di un hub logistico del Mediterraneo con i porti di Taranto e Gioia Tauro in rete, da raccordare con quelli di Augusta, Genova e Trieste.
In questo disegno, fatto di trasporti intermodali e sostenibili, è fondamentale l’ammodernamento delle reti di trasporto trans-europee ‘Ten-T’, in particolare sul fronte dell’alta velocità e dell’alta capacità.
In primis pensiamo al completamento della dorsale adriatica nel tratto ‘Ancona-Foggia’, non compreso nell’attuale programmazione europea ma che l’Italia dovrebbe sostenere nella proposta di revisione prevista nel corso del 2021.
E poi le dorsali ‘Salerno-Palermo’ e ‘Napoli-Bari-Taranto-Lecce’, cruciali per sostenere il crescente traffico passeggeri e merci.
L’itinerario marittimo-ferroviario lungo il lato adriatico-ionico cucirebbe i porti del sud Italia concretizzando anche una comoda porta verso nord, in una catena intermodale integrata, efficiente e attraente per i paesi balcanici e dell’est Europa”.