Afferma il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Basilicata, Vincenzo Giuliano, che ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala:
“La legge N. 47 del 2017 ha dettato le disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati attribuendo ai Garanti regionali il compito di selezionare e formare soggetti idonei ad assumere la tutela.
Negli anni abbiamo formato circa cento tutori il cui elenco è gestito dal Tribunale dei Minori di Potenza che provvede a nominarli, di volta in volta, a fronte dei numerosi casi che si presentano.
Oggi abbiamo l’esigenza di riaffermare i diritti delle persone di minore età a prescindere dalla loro provenienza, sesso, religione, status; tutti i minori hanno diritto ad un sano sviluppo psicofisico, all’accesso ai sistemi scolastici e formativi, alla salute, a crescere con coetanei e a sviluppare le proprie capacità e competenze realizzando appieno il proprio progetto di vita.
Il titolo di ‘volontario’ che qualifica la funzione della tutela per minori stranieri non accompagnati ci pone di fronte all’esigenza di sentirci in tanti anche per affrontare le quotidiane ‘sfide’ che la partecipazione attiva e volontaria al bene comune porta con sé: maggior tempo da dedicare a ragazze/i, possibilità di poter coprire l’intero fabbisogno regionale e l’aiuto reciproco tra tutori volontari già operanti nel territorio.
Per questo è indispensabile riconoscere il loro ruolo con attenzioni particolari, quali:
- congedi dal lavoro,
- polizze assicurative,
- crediti formativi,
- rimborsi spese, ecc.
per rafforzarli sempre di più nel tessuto civile delle nostre Comunità.
Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato, nei giorni scorsi, all’unanimità, una disposizione di legge sul rimborso degli oneri sostenuti dai tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati per la stipula di polizze assicurative quale strumento di supporto della tutela volontaria.
Ma vi è di più.
Il sistema di accoglienza dei minori deve essere ripensato coinvolgendo sempre di più le famiglie nel sistema di protezione dei minori.
Da diverso tempo ho predisposto un progetto di legge (a costo zero per la regione) sul ‘Sistema regionale di accoglienza, protezione e inclusione per minori stranieri immigrati non accompagnati’.
Tale proposta delinea un nuovo modello di integrazione in linea con le finalità e gli intenti della normativa in materia di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
Le comunità educative, nell’impianto delineato dalla proposta, continuano ad essere punto di riferimento del sistema di integrazione con compiti di indirizzo e di protezione del minore.
Le famiglie, invece, che devono essere individuate dalle stesse comunità, diventano luogo dove il minore straniero trova vitto e alloggio.
In sostanza la famiglia non è ‘famiglia affidataria’ (ma che potrebbe diventarla) né titolare delle altre responsabilità che la normativa vigente imputa alle comunità educative, bensì ‘abitazione – appendice’ delle comunità stesse.
Si eviterebbe così la fuga (fino ad oggi una sessantina circa, come da prospetto sopraevidenziato) di questi minori dalle comunità senza che se ne conosca la loro nuova destinazione.
In estrema sintesi, il ruolo e le funzioni delle comunità, dei tutori e del sistema in genere di accoglienza andrebbero affrontati e riconsiderati con urgenza per adeguarli, sulla scorta dell’esperienza consumata, alle esigenze di inclusione vera di questi minori a noi affidati e non di solo soggiorno.
Le chiedo, pertanto, di farsi promotore di un approfondimento sul tema affinchè anche il Consiglio regionale della Basilicata possa riservare attenzione a una tematica così importante”.