Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di mons. Antonio Giuseppe Caiazzo diretta ai ministri del G20 a Matera:
“Ill.mi Ministri degli Esteri e della Cooperazione allo Sviluppo
Arabia Saudita, Argentina, Australia,
Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud,
Francia, Germania, Giappone,
India, Indonesia, Italia,
Messico, Regno Unito, Russia,
Stati Uniti, Sud Africa, Turchia e Unione Europea.
Ill.mi Ministri degli Esteri e della Cooperazione allo Sviluppo,
benvenuti nella città di Matera che vi accoglie con attenzione, riponendo in voi attese e speranze.
Come pastore della Chiesa di Matera-Irsina sento, con questo mio scritto, di interpretare il pensiero della nostra comunità che vuole essere voce di chi non ha voce.
Matera, malgrado abbia vissuto periodi di grande decadenza, conscia del suo passato glorioso, ha sempre trovato linfa vitale per rialzarsi e costruire nuove primavere fino ad essere Capitale Europea della Cultura 2019.
Mi piace ripetere quanto ebbi a dire il 03 giugno scorso in piazza Duomo, in occasione della solennità del Corpus Domini.
Oggi incontriamo volti stanchi, delusi, sofferenti, piagati nel corpo e nello spirito, i poveri, gli scartati.
La nostra fede eucaristica non chiude le porte e non rimanda indietro nessuno, ma accoglie, cura, libera, indica strade nuove da percorrere, annuncia la buona notizia del Maestro e Signore, dialoga con la cultura di questo tempo, custodisce la terra, la casa comune, che ci è stata affidata.
Ci auguriamo che il prossimo G20 che si terrà nella nostra città di Matera abbia questo volto eucaristico.
E se non vogliamo usare il linguaggio cristiano diciamo: siamo tutti figli della stessa terra, abitiamo sotto lo stesso cielo.
Da Matera, città del pane e dell’acqua, possa ripartire la speranza per il mondo intero spezzando e condividendo lo stesso pane, lo stesso vaccino soprattutto per i paesi più poveri, allargando gli orizzonti dell’amore e della fraternità: il nostro mare non continui ad essere un cimitero per persone senza più nome.
Da Matera, città Patrimonio dell’UNESCO, possa arrivare in tutto il mondo il messaggio di pace perché cessino le guerre, siano deposte le armi e ogni popolo abbia diritto alla sua terra.
Che la pace sia costruita sulla giustizia altrimenti sarà peggio della guerra.
Sia difesa la vita e salvaguardata la libertà di ogni persona nel rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Da Matera, città della cultura, torni a risuonare all’unisono un umanesimo integrale che abbia come fondamenta l’equità per tutti, che aiuti l’ambiente a respirare e far respirare.
È quanto, come Chiesa italiana, diremo nella Settimana Sociale di Taranto nel settembre prossimo: ‘Il Pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro’.
Dalla Civitas Mariae assicuro la mia preghiera e dell’intera comunità, nel rispetto della diversità di credo e dell’essere non credente, invocando la luce dello Spirito Santo affinché ogni vostra decisione sia solo ed esclusivamente a favore dell’uomo e del bene universale”.