Angelo Summa, Segretario generale Cgil Basilicata, e Nicola Allegretti, Segretario generale Spi Cgil Basilicata, fanno sapere in un Comunicato Stampa:
“Lo Spi Basilicata da diversi anni, specie a partire dalla presentazione dell’Osservatorio sulle case di riposo nel 2017, si sta battendo perché ci sia una legge regionale sull’accreditamento delle strutture socio sanitarie e socio assistenziali.
La Giunta Regionale, con D.G.R. n. 194 del 9 Marzo 2017, ha approvato in via definitiva il manuale per l’autorizzazione dei servizi e delle strutture pubbliche e private che svolgono attività socio assistenziali e socio educative, manuale che i Comuni avrebbero dovuto tenere in considerazione prima di concedere nuove autorizzazioni e per verificare l’effettivo adeguamento da parte delle strutture già operanti.
Se le istituzioni in tutto questo periodo hanno evidentemente preferito evitare contrasti, dal canto loro i gestori delle case di riposo hanno osteggiato la possibilità che ci fosse una regolamentazione del settore – unica possibilità reale per accedere anche a contributi pubblici – preferendo le relazioni corte sia con i sindaci nel cui territorio sono presenti le case di riposo sia con la Regione.
A ciò si è aggiunta una gestione poco trasparente delle case di riposo, anche di quelle che hanno in gestione strutture di proprietà pubblica, la maggior delle quali non ha pubblicato una Carta di servizio che possa essere definita tale, contenente le informazioni necessarie per gli utenti sulle caratteristiche della struttura (tariffe,servizi offerti, ecc.).
In occasione dell’ultima legge approvata dalla Regione Basilicata nel Febbraio 2020, le stesse case di riposo hanno pensato di aver trovato la soluzione cercando di aggirare gli ostacoli.
La Regione Basilicata, infatti, andando contro le stesse regole approvate in precedenza, ha deciso di estendere il contributo per le persone non autosufficienti (parte sanitaria relativa all’assistenza) a tutte le strutture, rinviando ancora una volta l’adeguamento delle stesse al 31 Dicembre 2022.
Una decisione che ha trovato una forte denuncia da parte dello Spi e della Cgil, che già in quell’occasione hanno messo in evidenza le carenze della rete di assistenza agli anziani e delle norme in materia, rese ancora più evidenti con l’arrivo della pandemia.
Gli interventi dei Nas, le chiusure delle case di riposo e le inchieste giudiziarie hanno evidenziato la gravità della situazione.
Così, alla fine del 2020, la Regione ha emanato una nuova legge che ha corretto la precedente e ha fissato il termine di 90 giorni per l’adeguamento delle case di riposo.
Il tutto, senza una proposta di regolamentazione sulle strutture residenziali per anziani e persone non autosufficienti, lasciando inevasi i nostri ripetuti solleciti e l’impegno assunto nell’incontro di Gennaio 2021.
L’ultima richiesta di confronto risale ad Aprile e da allora, nonostante i diversi solleciti, nulla è stato fatto.
Quanto ai dati resi noti dall’associazione Arssab sulle case di riposo (numero di ospiti, tariffe, personale dipendente con relative qualifiche e CCNL applicati), riteniamo andrebbero meglio specificati se si vuole avviare un ragionamento che affronti i problemi in maniera concreta.
L’associazione, prima di annunciare l’aumento delle tariffe, dovrebbe dare conto di cosa hanno fatto in questi anni le case di riposo aderenti per adeguare le strutture a quelle stesse norme che pure esistono, anche se parziali.
Esiste infatti un manuale regionale di accreditamento sul cui rispetto chiediamo ai sindaci e alla Regione Basilicata delle verifiche continue e puntuali.
Quello che invece manca e che a nostro avviso richiede una certa urgenza, è l’approvazione da parte della Regione Basilicata di una legge che renda cogente l’applicazione del manuale sull’accreditamento delle strutture socio sanitarie e socio assistenziali, a tutela dei lavoratori e degli utenti, così come richiesta da tempo dallo Spi e dalla Cgil e rispetto alla quale la Regione si è dimostrata sorda”.