Tutti i 16 siti lucani individuati per localizzare il Deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi sono caratterizzati sia da produzioni agricole ed agroalimentari di particolare pregio, qualità e tipicità, a sostegno dei quali negli ultimi 20 anni sono stati investiti milioni di euro dalla UE, dal Governo italiano e dalla Regione Basilicata, sia da aree archeologiche che testimoniano l’attività antropica in diverse fasi, dalla preistoria al medioevo, di rilevanza unica, che non possono essere pregiudicate dalla realizzazione di infrastrutture che compromettano l’esistenza, la tutela e di conseguenza la valorizzazione e la funzione del suddetto patrimonio archeologico.
È la ferma posizione della Coldiretti di Basilicata che nelle scorse ore ha inviato alla Sogin le proprie osservazioni elaborate sulla scorta delle approfondite analisi e valutazioni condotte da un gruppo di esperti coordinato dall’associazione “Scanziamo le scorie” e grazie anche alle indicazioni ed al contributo di imprenditori agricoli ed agroalimentari associati.
Ha dichiarato il presidente dell’organizzazione agricola lucana, Antonio Pessolani:
“Dopo la manifestazione organizzata lo scorso 28 febbraio a Matera contro le proposte della Sogin e dopo la presentazioni delle osservazioni tecnico scientifiche del 4 marzo, con la quale la Regione Basilicata ha ribadito la decisa contrarietà al deposito unico nazionale sul nostro territorio, Coldiretti Basilicata ha continuato a lavorare per scongiurare che questo tipo di impianto possa essere localizzato in zone agricole produttive e dal gran valore ambientale e turistico.
Ritengo che sia stata una designazione totalmente inaccettabile e Coldiretti con le sue 20mila imprese associate continua a ribadire il suo fermo no”.
Per il presidente di Coldiretti Matera e vicepresidente di Coldiretti Basilicata, Gianfranco Romano:
“Sul territorio del metapontino particolarmente proficua è stata la collaborazione tra agricoltori ed esperti di ‘Scanziamo le Scorie’, alla quale va il nostro ringraziamento per aver saputo valorizzare al meglio le proposte e le indicazioni ricevute dal mondo agricolo lucano.
Le nostre osservazioni sono un ulteriore contributo per rafforzare la decisa contrarietà dell’intera comunità lucana al deposito unico nazionale in Basilicata”.