Pubblichiamo la lettera aperta che la signora Martina Konecna ha inviato al sindaco di Matera Domenico Bennardi e all’Assessore all’Ambiente Maria Lucia Summa:
“Illustrissimo Sig. Sindaco, mi chiamo Martina Konecna, vivo a Matera da 30 anni, da quando appena maggiorenne lasciai la mia terra natale, la Repubblica Ceca, in cerca di un futuro migliore.
Da allora mi sento materana a tutti gli effetti ed amo questa città come fosse la mia da sempre.
Da cittadina mi procura grande orgoglio riconoscere le bellezze della mia città come pure forte rammarico constatarne debolezze e chiaroscuri, per questo ho deciso di scrivere questa lettera per portarla a conoscenza di una realtà che sta a cuore a molti ma che finora è sempre stata trascurata, parlo del randagismo felino.
Da diverso tempo sono impegnata insieme ad un piccolo gruppo di amici nel recupero dei gatti in difficoltà, a titolo volontario e gratuito.
Il nostro è un compito davvero gravoso, emotivamente ed economicamente.
In soli 6 mesi dall’inizio dell’anno sono già oltre 80 i gattini e 12 le gatte gravide che abbiamo soccorso, sostenuto, curato e sterilizzato a nostre spese, accompagnando ognuno di loro ad adozione.
Portiamo avanti questa missione in silenzio e senza cercare riconoscimenti, a testa bassa, senza nulla chiedere alle istituzioni, consapevoli del periodo economico di grave crisi, ma dopo i recenti episodi che sto per riferirle ci siamo detti che forse era arrivato il momento di, quantomeno, suggerire una urgente riflessione sulla necessità di creare anche a Matera, come già succede in altre città, un rifugio o un’oasi felina, così come lei stesso aveva anticipato nei social durante la campagna elettorale che l’ha portata a diventare il nostro Sindaco.
Ma veniamo ai fatti, sono sempre più frequenti e numerosi i ritrovamenti di cucciolate di gattini o di gatti più adulti in difficoltà da parte dei cittadini, che puntualmente, una volta interpellati i Vigili Urbani, si sentono rispondere che per i gatti non esistono strutture pubbliche o convenzionate di rifugio e cura a differenza di quanto previsto per i cani, e che per questo le uniche opzioni sono due: o lasciarli a sé stessi, per strada, abbandonati al loro destino, oppure cercare anime pie che si facciano carico di cure e spese.
Bene, le anime pie disponibili a fare quello che possono sono sempre le stesse e ormai si sa, tanto che addirittura più volte sono stata contattata direttamente sul mio numero di cellulare da Vigili Urbani e a volte Vigili del Fuoco che mi chiedevano aiuto… pubblici ufficiali che chiedono ad un privato cittadino di intervenire!
Sia chiaro, non voglio fare un rimprovero agli genti che hanno preso questa iniziativa spinti da empatia verso gli animali o forse addirittura esasperazione per la mancanza di risposte da dare in merito alla questione felina a chi legittimamente chiede aiuto, ma vorrei farle solo alcune domande.
Ritiene sia corretto che alcuni cittadini si facciano carico di un impegno che spetterebbe alle autorità competenti ed a spese della collettività?
Ritiene sia giusto che spese veterinarie e di sostentamento gravino sulle spalle di lavoratori precari o cassaintegrati, di studenti o disoccupati che hanno la sfortuna di avere una spiccata sensibilità che non gli consente di girarsi a guardare dall’altra parte?
E’ vero o no, signor Sindaco, che Lei è la massima autorità locale in materia di salute pubblica ed in quanto tale a Lei spetterebbe l’onere di tutelare la salute ed il benessere degli animali vaganti sul territorio di sua competenza?
Se è così, la prego di non dimenticare l’impegno preso in campagna elettorale a favore dei gatti randagi e di considerare quanta aspettativa, speranza e fiducia abbiano generato le sue affermazioni in merito comparse sul suo profilo social.
Certi di una sua cortese risposta, fiduciosi del suo ascolto, confidiamo nel suo impegno per il futuro.
Non ci abbandoni. Cordiali saluti”.