“Finalmente viene fatta chiarezza sui tempi e i modi delle visite ai propri cari ospiti delle residenze socio assistenziali e di quelle dedicate alle persone con disabilità, stabilendo che le visite sono possibili in ogni giorno della settimana, festivi inclusi, con una durata massima di 45 minuti, salvo l’obbligo del familiare dell’ospite della struttura, di essere munito delle certificazioni verdi Covid.
Un passo avanti nel recupero di quel diritto all’affettività tra quanti vivono nelle strutture residenziali e di cura e i loro familiari, che è mancato nell’ultimo anno e mezzo”.
È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia della Regione Basilicata, Giovanni Vizziello, in relazione alla recente circolare del Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulle modalità di accesso dei visitatori presso le strutture di lungodegenza che ospitano anziani e disabili.
Spiega Vizziello:
“Se la protezione delle persone anziane e dei soggetti fragili dal virus è senza dubbio una priorità del servizio sanitario è inaccettabile che gli incontri tra i familiari e i loro parenti ricoverati presso le residenze socio assistenziali subiscano limitazioni ed ostacoli, laddove le visite avvengano in sicurezza, vale a dire da parte di soggetti muniti di Green Pass e che, eventualmente, procedono anche all’esecuzione di tamponi antigenici rapidi.
La circolare del ministro Speranza raccoglie quindi l’allarme lanciato nei giorni scorsi dal comitato Orsan-Open Rsa Now e di cui io stesso sono stato portavoce dal momento che nella maggior parte delle RSA del Paese le visite fossero consentite solo una volta alla settimana e per un periodo di tempo massimo di pochi minuti, con conseguente grave pregiudizio del diritto dei familiari di riabbracciare i propri cari ospiti delle strutture residenziali di assistenza.
La circostanza prospettata da molti scienziati secondo cui il virus diventerà probabilmente endemico ci spinge inevitabilmente a ricercare soluzioni che rispettino i principi scientifici ma anche le regole della solidarietà umana, spingendo le stesse strutture di lungodegenza ad aprirsi al mondo esterno, consentendo ai familiari dei loro ospiti di partecipare attivamente alla gestione di alcuni aspetti delle loro attività”.