Matera non dimentica De Gasperi, lo statista che fece rinascere la Città dei Sassi. I dettagli

“Il 19 agosto del 1954 moriva a Sella di Valsugana Alcide De Gasperi, grande protagonista della storia italiana del dopoguerra, tra i padri fondatori dell’Unione europea e una delle forze ispiratrici della creazione della Comunità economica europea.

A 67 anni dalla sua scomparsa si continua a ricordare l’attualità della sua figura, a ripensare alle sue idee, a ripercorrere gli sforzi fatti per realizzare l’Italia libera ed europea, ad apprezzare l’attenzione che riservava ai giovani, spronandoli a badare a loro stessi e ad essere ottimisti”.

È quanto afferma il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala, che, nel condividere quanto sottolineato in una nota da Roberto Ciambetti, Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, quando evidenzia l’amore per la libertà, la democrazia e l’autonomia dello statista trentino, ricorda l’importante ruolo svolto da De Gasperi nell’affrontare il gravoso problema dei rioni Sassi e per il riscatto della città di Matera e della Basilicata.

Cicala afferma:

“Come non sottolineare il suo impegno concretizzatosi nel varo della legge n. 619/1952.

Un impegno preso, in qualità di Presidente del Consiglio, dinanzi a tante persone durante una visita nella città lucana, insieme al giovanissimo sottosegretario lucano Emilio Colombo, e mantenuto con la firma di un disegno di legge speciale per lo sfollamento dei Sassi.

Un provvedimento che consentì di assicurare alle persone che vi abitavano una nuova vita in condizioni più umane nei rioni che furono realizzati nelle zone periferiche della città.

Un politico che tanto ha significato per la ricostruzione dell’Italia come ricorda Ciambetti e che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha citato, stabilendo così un parallelo tra la ricostruzione post-bellica e la rinascita postpandemica.

Difese la laicità dello Stato e lottò sempre per difendere la democrazia.

Un’eredità, la sua, senza tempo e che non interessa soltanto l’Italia, ma tutto il mondo occidentale, tutta l’Europa libera da vivere come straordinaria capacità di visione”.