Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa di Marco Cancelliere, Responsabile Dipartimento Città e Territorio Fratelli d’Italia in cui si parla di Via Giustino Fortunato e della variante urbanistica relativa.
Ecco quanto riportato:
“L’utilizzo delle varianti urbanistiche per anni ha avidamente violentato il tessuto urbano della città di Matera riducendone la qualità dell’abitare, degli spazi verdi, degli spazi destinati a servizi e di tutti quelli spazi destinati alla collettività incidendo pesantemente sulla qualità della vita.
Oggi, nonostante l’attesa della validazione del Regolamento Urbanistico da parte della Regione Basilicata, è possibile che si ricorra ancora una volta a tale strumento pur di utilizzare dei fondi stanziati per sopperire alla mancanza di alloggi da destinare alle categorie fragili?
E’ possibile che in assoluto silenzio e senza il coinvolgimento dei cittadini o dei comitati di quartiere si avviino procedimenti amministrativi non partecipati e non si attui finalmente la tanto invocata pianificazione partecipata?
Perché demolire e ricostruire un edificio all’interno di un quartiere storico realizzato proprio su legge risanamento Sassi, per giunta destinato a servizi socio – educativi, realizzandone un altro architettonicamente incompatibile e al contempo modificandone la destinazione d’uso?
E’ concedendo alloggi da 45 mq la soluzione migliore con la quale l’ente vuole risollevare le sorti delle categorie fragili?
E’ possibile che nelle disponibilità dell’ente non esistano altri immobili che si possano prestare a tale operazione mantenendo il numero originario di alloggi da realizzare senza riduzione alcuna?
Se con l’approvazione del Regolamento Urbanistico, come dichiarato nella conferenza stampa dall’attuale Sindaco alla presenza dell’assessore al ramo, vengono respinte ‘tutte le richieste di edificare oltre il limite urbano e confermando lo spazio periurbano ed extraurbano rinviando al prossimo Piano Strutturale la revisione complessiva ed organica delle previsioni urbanistiche dell’intero territorio comunale’, inglobando nel ‘Tessuto 1, i borghi ed i quartieri storici del risanamento facendo un passo importantissimo per la tutela e la conservazione di questo pezzo di storia urbanistica molto elevato di cui disponiamo’, allora in questo caso, come in altri futuri ed ipotetici casi analoghi, quale sarebbe la priorità per questa amministrazione: conservare la storia urbanistica della città o evitare il consumo di suolo?
Questi sono alcuni degli interrogativi che emergono dalla vicenda di Via Giustino Fortunato.
La casa è uno dei fondamenti del vivere umano in quanto ‘elemento di integrazione per i pensieri, i sogni ed i ricordi dell’uomo, luogo che protegge il sognatore e fornisce riparo alle reverie, al fantasticare […] e al contempo un insieme di memoria e sogno, rimanendo sempre fisicamente dentro di noi ed incidendo in noi il diagramma delle diverse funzioni dell’abitare’, come sostiene il filosofo francese Bachelard.
La difficoltà di reperimento di nuovi alloggi e servizi da destinare ai soggetti fragili per ragioni economiche e sociali, oggi è una triste realtà che nega di fatto il diritto alla casa a tutti i cittadini.
Tale problematica interessa tanto il territorio nazionale quanto la nostra città, nella quale l’ATER Matera intende sopperire a questa necessità avvalendosi dello strumento ‘variante urbanistica’ su un immobile di sua proprietà dislocato in Via Giustino Fortunato, uno dei quartieri storici nati a seguito dello sfollamento degli antichi Rioni Sassi.
Ancora una volta sono i quartieri storici che hanno segnato la storia urbanistica della nostra città ad essere violentati da avide operazioni di questo tipo.
Fino ai primi anni Cinquanta la città di Matera era divisa tra i Sassi ed il piano, coincidente con l’attuale centro cittadino e solo con la Legge N. 619 del 17 Maggio 1952 che veniva disposto lo sfollamento dei Sassi e la costruzione dei nuovi rioni.
In questo momento storico, Matera è un vero e proprio ‘laboratorio di urbanistica a cielo aperto’, infatti, grazie all’intervento di Adriano Olivetti (presidente dell’Istituto di Urbanistica e vice presidente dell’UNRRA Casas) giungono qui i più importanti nomi dell’architettura italiana ragion per cui nascono tra il 1953 ed il 1957:
- il Borgo La Martella (progettato da Ludovico Quaroni),
- il quartiere Serra Venerdì (progettato da Luigi Piccinato),
- il quartiere Lanera (progettato da Marcello Fabbri),
- il quartiere Spine Bianche (progettato da Carlo Aymonino),
- il quartiere Villalongo realizzato su iniziativa dell’Ina – Casa.
È a questo periodo che risale la costruzione del quartiere Giustino Fortunato realizzato probabilmente su progetto dell’ing. Corazza e dell’ing. Fani e su spinta nazionale del piano di intervento per realizzare edilizia residenziale pubblica su tutto il territorio (Ina – Casa) il cui grande promotore dell’iniziativa fu l’allora ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Amintore Fanfani, tanto da denominare il piano come ‘Piano Fanfani’.
Piano questo che seguiva la tendenza architettonica prevalente in Italia quella del Neorealismo, creando un legame stretto con la tradizione e reinterpretando materiali, scelte tecnologiche e particolari architettonici.
Simbolo per eccellenza del progetto fu quella di apporre, su tutti gli edifici realizzati, una targa in ceramica alludendo al tema del progetto o della casa come luogo felice.
Il quartiere Giustino Fortunato è dislocato su un terreno aclivio avente alle spalle la quinta naturale offerta dall’alta vegetazione costituita da pini che restituiscono il nome al vicino quartiere (Rione Pini) e sul fronte il panorama offerto dagli antichi Rioni Sassi.
Al termine della strada principale di accesso al quartiere costituito da piccole casette architettonicamente semplici, sulle quali ben visibile è l’effige dell’Ina – Casa, si erge l’immobile oggetto della ‘variante urbanistica’ costituito da due corpi di fabbrica con copertura a falde uno dei quali a duplice livello, anch’esso coerente con lo stile architettonico di tutto il quartiere.
Tale vicenda risale a Marzo 2019 quando con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma per l’attuazione delle operazioni in materia di Investimento Territoriale Integrato (ITI) Sviluppo Urbano per la Città di Matera, l’ATER Matera è individuata come Soggetto Beneficiario per l’attuazione dell’operazione con uno stanziamento di 1,5 mln di euro mentre con Deliberazione N. 62/2019 del 09/07/2019 è approvato lo Studio di Fattibilità relativo alla costruzione di 11 alloggi sociali a canone moderato anche per utilizzo temporaneo e locali da destinare ad attività esistenziali socio – educative nel Comune di Matera mediante demolizione e ricostruzione di fabbricato esistente.
A Febbraio 2021, al fine dell’applicazione dell’art. 14 del DPR 380/2001 relativo al rilascio del Permesso a Costruire in deroga agli strumenti urbanistici il Comune di Matera chiede all’ATER la revisione nonché la modifica del progetto presentato riducendo di un piano l’edificio e ridestinando maggiore superficie alle attività socio – educative in misura almeno pari a quella abitativa il cui numero di alloggi passa da 11 a 6.
Appare quasi surreale che questa procedura si compia a pochi mesi di distanza dall’approvazione del Regolamento Urbanistico, strumento adottato nel 2018 dopo un lungo iter burocratico che ha impegnato diverse amministrazioni, con il quale la città di Matera si è finalmente dotata del corpus normativo fondamentale alla gestione e allo sviluppo del tessuto urbano, al miglioramento della qualità urbana ed ambientale del territorio comunale, oltre che essere un atto dovuto in risposta alla richiesta della Legge Regionale, scongiurandone il blocco dell’attività edificatoria (attese le scadenze delle norme di salvaguardia).
Tale tema ha riaperto un acceso dibattito a tutti i livelli a partire dai cittadini che, mediante una petizione popolare rivendicano una mancata partecipazione nei processi amministrativi nonché decisionali degli enti coinvolti, ritenendo che una variazione di destinazione d’uso non solo comporterebbe problemi di natura logistica e di incompatibilità architettonica del nuovo edificio, ma cancellerebbe anche l’unico spazio a disposizione per la collettività, attualmente gestito dalle Volontarie Vincenziane di Matera che, operando dal 1993, attraverso Pia Manicone e Anna Grazia Danzi mostrano forti preoccupazioni rispetto alla continuità operativa del servizio reso a favore dei minori affidati ai Servizi Sociali dal Comune, nel qual caso l’immobile venisse abbattuto.
A questo punto l’auspicio è il ritorno ad un più ampio coinvolgimento dei cittadini nei procedimenti amministrativi scongiurandone un braccio di ferro tra gli enti coinvolti ed i cittadini stessi, perseguendo l’obiettivo prefissato, ovvero la realizzazione di unità abitative categorie fragili”.