Matera, agricoltori confusi sul Green Pass: “Prevalga il buonsenso, nei campi non ci sono tornelli”! La richiesta

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa di Cia-Agricoltori Potenza e Matera.

Ecco la posizione sull’entrata in vigore, da domani, delle nuove disposizioni sul Green Pass:

“Prescrizioni precise per gli adempimenti che spettano ai titolari di aziende agricole e soprattutto prevalga il buonsenso tanto più che nei campi non ci sono i tornelli.

Si segnala che da giorni sono numerosi gli imprenditori agricoli che si rivolgono agli uffici della Cia-agricoltori per ottenere informazioni.

Non ci sono numeri in merito a titolari e lavoratori agricoli lucani che non sono ancora in possesso di Green Pass, mentre è in pieno svolgimento la vendemmia, la raccolta di prodotti ortofrutticoli, è da poco iniziata quella delle olive, tutte attività stagionali che non possono subire ostacoli e rallentamenti.

Dopo il Dpcm con la normativa approvata dal Governo, purtroppo solo ieri, in questa fase servono informazioni specifiche e dettagliate per non generare confusione fra i titolari e i dipendenti, soprattutto a partire da questa seconda metà di Ottobre.

Il ‘punto’ è che il lavoro nelle aziende agricole viene svolto, per definizione, all’aria aperta, spesso mantenendo un distanziamento che va di molto oltre i due metri da persona a persona: vi sono cioè le condizioni per un impiego in totale sicurezza.

Auspichiamo, infine, che non vi siano spazi per interpretazioni originali o personali.

Se ci sarà una regola, questa dovrà venire rispettata da tutti i soggetti interessati.

Quello che serve è semplificare le procedure a carico dei titolari specie per i controlli sulla manodopera extracomunitaria”.

Confangricoltura sottolinea:

“Occorre risolvere velocemente i problemi pratici per evitare che le misure per arginare il Covid impattino con la mancanza di manodopera nelle campagne e con diverse operazioni come, ad esempio, il carico e scarico delle merci.

È iniziata la stagione di raccolta della frutta, degli ortaggi autunnali e delle olive, e si sta ultimando la vendemmia, mentre fra pochi giorni partirà anche la campagna agrumicola e anche le normali attività aziendali rischiano di essere rallentate. Manca ancora l’emanazione del D.P.C.M. per la determinazione delle quote annuali di cittadini stranieri da ammettere in Italia per motivi di lavoro nel 2021, né sono stati ulteriormente prorogati per legge (come invece avvenuto con la normativa emergenziale fino allo scorso 31 luglio) i nulla osta al lavoro stagionale e i permessi di soggiorno dei cittadini stranieri già presenti in Italia.

Si sta aggravando ulteriormente l’endemica situazione di carenza di manodopera. Circa un terzo dei lavoratori in agricoltura (390.000 secondo INPS) sono stranieri, il 60% dei quali di provenienza extracomunitaria. Molti non sono vaccinati o hanno ricevuto vaccini ancora non riconosciuti dalle autorità sanitarie europee (sputnik, sinovac, etc.). Un numero consistente è ancora in fase di regolarizzazione (ai sensi del D.L. 34/2020) e per ragioni legate all’incertezza del loro status sono restii ad effettuare la vaccinazione o hanno difficoltà, qualora vaccinati, a reperire la certificazione verde per ragioni di carattere burocratico.

Confagricoltura da sempre sostiene l’obbligo di certificazione verde per prevenire la diffusione del virus tra i lavoratori e la necessità di incentivare la vaccinazione della popolazione, ma alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo, crescono le preoccupazioni per le ricadute organizzative del provvedimento nelle campagne.

L’Organizzazione degli imprenditori agricoli chiede un’accelerazione delle procedure europee per il riconoscimento degli altri vaccini.

L’ingresso sui campi, soprattutto nelle grandi aziende con un elevato numero di lavoratori, non avviene attraverso un’unica via di accesso organizzata con tornelli. Le operazioni di raccolta si svolgono all’aperto e, perfino nel pieno della pandemia, dai dati diffusi dall’INAIL risulta un numero di contagi molto contenuto.

Servono specifiche misure pratiche e urgenti quantomeno per gli operai agricoli impiegati in lavorazioni all’aperto”.