Ferrovia Ferrandina-Matera: “anni di battaglie fatte da altri”. Ecco la situazione

“I meriti sulla ferrovia Ferrandina-Matera non si prendono con i post sui social, dopo anni di battaglie fatte da altri.

Piuttosto che esultare per risultati, peraltro attesi e solo da formalizzare da parte di RFI, sui quali non si è mai mosso un dito, Bennardi dovrebbe solo raccontare la verità dei fatti, attribuendo a chi ha lavorato da sempre sull’importanza di far uscire dall’isolamento la città e la collina e montagna materana o del far viaggiare persone e merci o, semplicemente, del far arrivare e proseguire la ferrovia nazionale a Matera, piuttosto che a se stesso che in 13 mesi sul tema non ha aggiunto nulla“.

Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva, che aggiunge:

“Il Sindaco Bennardi, seppur sollecitato dall’associazione Ferrovia Nazionale Matera Ferrandina, non si è ancora espresso sulla volontà dell’Amministrazione comunale di proseguire la linea ferroviaria sulla dorsale adriatica. Oggi che tutti parlano di questo proseguimento, doveroso ricordare di attestarlo proprio all’Associazione e al sottoscritto. Avendo portato il tema in Consiglio regionale, chiesto e ottenuto condivisione con approvazione di risoluzione.

La Provincia di Matera ha approvato ordine del giorno, l’Anci ha sottoscritto e condiviso insieme a tutte le organizzazioni sindacali  e datoriali, riunite nell’assemblea organizzata il 16 luglio scorso, un documento unitario inviato a tutti i parlamentari lucani e al vice Ministro alle infrastrutture e trasporti Teresa Bellanova che, da noi invitata, ora attendiamo in Basilicata per fare il punto proprio sull’avanzamento dei lavori, con cronoprogramma già approvato di RFI che si conclude al 2026, e sul proseguo del collegamento.

Attendiamo di capire cosa hanno scritto nella mozione del Consiglio, con un ritardo di 3 mesi, dove sarebbe espressa la posizione del Comune, quale la direttrice che sarà preferita, se quella di Gravina  e Spinazzola,  oppure la soluzione diretta per Bari, eliminando le FAL o per Gioia del Colle. Ora è tempo di passare dai post ai fatti.

Il sindaco Bennardi con le sue dichiarazioni dopo l’incontro con Vera Fiorani, commissario dell’opera nominata dal governo Draghi,  si appropria di risultati per i quali, come lui stesso dichiara nel post, sembra che l’unica cosa fatta sia la risoluzione dell’onorevole Liuzzi.

Omette volutamente, però,  l’impegno preso proprio a Matera, e mantenuto dopo 15 giorni da Matteo Renzi allora primo ministro con il suo Governo, che, sostenendo l’emendamento presentato dalla già senatrice Maria Antezza, sottoscritta da altri parlamentari tra cui il compianto Ludovico Vico ma sicuramente non certo dalla Liuzzi, rimise tutto realmente in movimento con lo  stanziamento, di ben 210 milioni di euro, con fondi di legge di Bilancio, oggi diventati 365.

La storia fortunatamente rimane scritta con gli atti parlamentari e non con i post di Facebook o con i selfie di rito dai tavoli e con lo storytelling: così non si abbindola più nessuno.

Lo stesso Renzi nell’ultima visita a Matera, l’altro giorno, ha ricordato pubblicamente davanti al mondo delle imprese di Basilicata come l’on. Antezza sia stata dietro la questione fino a raggiungere non un impegno ma le risorse concrete e appostate in una legge dello Stato, rese vincolate e disponibili.

Tornando sulle questioni di merito forse gli interessi reconditi con le FAL che qualcuno, tra 5 Stelle e destra, prova ancora a difendere e che da anni bloccano di fatto l’arrivo della ferrovia nazionale a Matera, oggi potrebbero compromettere la scelta ideale della connessione alla dorsale adriatica.

Al Governo regionale e a quello comunale chiediamo di uscire piuttosto dalla nebbia e dalle ipocrisie. Insieme a RFI, si decida la soluzione ideale che, come sosteniamo da sempre, è quella che collega e valorizza le aree produttive e industriali della Val Basento con la sua ZES e la piattaforma logistica dell’ortofrutta, della zona industriale Jesce e La Martella e quindi con la Linea Bari-Taranto, senza se e senza ma.

Le merci al pari delle persone, devono avere una modalità di trasporto, una volta per sempre, assicurata da una soluzione progettuale che mette la funzionalità prima della economicità. L’utilità collettiva va unita alla capacità di generare, invece, altra economia e ulteriore sviluppo del sistema delle imprese di Basilicata, consentendo una attrattività e competitività ai poli industriali.

All’assessore Donatella Merra chiediamo di organizzare una discussione pubblica al prossimo appuntamento con RFI e il commissario Fiorani, al fine di chiedere e valutare dati, eventuali opportunità e criticità.

E potrebbe anche coincidere con la visita del Viceministro Bellanova, da noi già invitata in Basilicata.

Se i 365 milioni di euro hanno portato al finanziamento di un progetto che diventerà finalmente esecutivo, dopo anni di battaglie, a carico dell’azienda che si aggiudicherà l’appalto, è certo che nessuno degli attuali amministratori regionali e comunali abbia merito alcuno se non quello di seguire l’iter autorizzativo e di accelerarlo quanto possibile.

Il proseguimento verso la dorsale adriatica potrebbe dare loro un qualche  protagonismo, se sentiranno il dovere di operare per un obiettivo comune, sostenendo l’azione politica e istituzionale già avviata da mesi.

L’assessore Merra e il presidente Bardi devono solo dare attuazione alla risoluzione approvata in Consiglio (altri mesi stanno trascorrendo inutilmente), modificando il Piano regionale dei trasporti e cambiando la scheda del recovery plan palesemente errata, inviata senza alcun confronto, nel febbraio scorso, al Governo ma che non ha sostenibilità alcuna.

Il Comune di Matera, da parte sua, discuta velocemente e arrivi all’approvazione della mozione. Se si ha ulteriore coraggio, poi, come amministrazione della Capitale Europea della Cultura 2019, ci si esprima concretamente per la soluzione su cui la politica cittadina vuole orientarsi. Di annunci, selfie e chiacchiere ne abbiamo sentite, altrimenti, anche troppe.

La politica, oltre che la buona amministrazione e il buon governo, non si fanno con le foto sui social, attestandosi ruoli invece inesistenti, in occasione degli incontri ufficiali.”