Lo scorso 21 Maggio, al CROB di Rionero si è tenuto un intervento molto delicato.
Ad rendere nota la notizia, l’Associazione AGATA- Volontari Contro il Cancro onlus che ormai da tempo si occupa dei soggetti colpiti da questa terribile malattia:
“Oggi una giovane mamma di Bernalda entrerà in sala operatoria, all’ IRCCS CROB di Rionero in Vulture, per sottoporsi ad un delicato intervento di mastectomia bilaterale, per un carcinoma preannunciato dalla positività alla mutazione genetica BRCA.
Ci occuperemo del suo caso e del tempo che alcuni specialisti poco preparati – incontrati in giro – le hanno fatto perdere, mettendo a rischio la vita di questa mamma.
Oggi però è solo tempo per tifare per lei, che si è affidata alle ottime mani del dott. LaTorre, bravissimo chirurgo del CROB e professionista caratterizzato da una straordinaria umanità.
Vai, Amica, entra serena in sala operatoria e torna vincitrice!
Noi tutti tifiamo per te. Con tutto il cuore.
Forza!”
Quello della nostra corregionale è un caso molto particolare, così come spiega dettagliatamente alla nostra redazione la presidente dell’Associazione AGATA, Mirna Mastronardi:
“Si tratta dell’ennesimo caso di malasanità.
La signora in questione è interessata da una mutazione (di tipo ereditario) che va ad intaccare dei particolari geni umani, detti BRCA, aumentando in modo esponenziale la predisposizione a contrarre tumori.
I portatori di tale mutazione, sono consapevoli di avere un’altissima possibilità di sviluppare un tumore.
Proprio grazie alla conoscenza e alla consapevolezza, questi potenziali ammalati possono decidere se sottoporsi a percorsi di sorveglianza che prevedono controlli serrati (per individuare il tumore quando è ancora piccolo), oppure optare per la cosiddetta “chirurgia profilattica”, ovvero l’asportazione del tessuto mammario (o ovarico) suscettibile di sviluppare crescite cancerose a causa della mutazione genetica BRCA”.
Tra incomprensioni e sottovalutazioni, duro è stato il cammino dell’ammalata:
“Diverse sono state le umiliazioni subite dalla giovane donna, quando, dopo aver perso sia la mamma che le zie a causa del tumore, si è rivolta a diversi medici in cerca di rassicurazioni. Per tutta risposta si è ritrovata, invece a subire le battute ironiche di un ginecologo di un ambulatorio pubblico, il quale, quasi divertito dall’apprensione della stessa per il suo stato, le ha chiesto se il suo non fosse solo un desiderio di emulare Angelina Jolie (l’attrice internazionale che, vittima della stessa mutazione, decise qualche anno addietro di sottoporsi ad un intervento di asportazione prima dei seni e poi delle ovaie).
Oppure quella volta che, insospettita dalla presenza di un nodulo del suo seno, si rivolse al suo medico curante per una mammografia d’urgenza e lui si decise dopo numerose sollecitazioni e confronti a tratti anche duri”.
Perché sì, la disinformazione che ancora sussiste in Basilicata, conduce a simili comportamenti, come più volte sottolinea la stessa Mastronardi:
“Io stessa ho subito questi interventi e so perfettamente ciò che comportano. Non è un gioco e non emuliamo proprio nessuno.
Significa rinunciare ad una parte di noi che non sarà mai più la stessa ed anche, per motivazioni sia psicologiche che culturali, rinunciare in parte a percepirsi “femmine”.
Ma in gioco c’è la vita e con la vita non si scherza mai, ancor più se sei una giovane madre responsabile del futuro e della serenità dei propri figli.
Per una persona con mutazione BRCA, arrivare ad una mastectomia da sana, per libera scelta, è diverso che arrivarci da malata.
È per questo motivo che la nostra associazione si batte per fare informazione su una mutazione gravemente connessa allo sviluppo di neoplasie, della quale poco di parla in Basilicata, con gravi lacune anche da parte degli operatori del settore, le quali finiscono per lasciare a se stessa la potenziale ammalata, senza che venga inserita in percorsi di sorveglianza che invece dovrebbero essere serrati e previsti dagli ambulatori DAR per “donne ad alto rischio”, inesistenti in Basilicata.
O senza che si offra a queste persone un sostegno psicologico.
E, più grave ancora, lasciando che i controlli della persona mutata gravino sul suo bilancio familiare, rendendo la sorveglianza una eventualità legata alle possibilità economiche del singolo.
Tutto questo, mentre regioni come la Lombardia offrono una esenzione dal ticket per le portatrici di mutazione BRCA, rendendo la sorveglianza una realtà e garantendo la possibilità di individuare un cancro in tempi brevi”.
Ritornando al difficile percorso della paziente:
Proprio per eseguire la mammografia con priorità, la giovane mamma è arrivata al Crob, dove è stato purtroppo scoperto che il suo dubbio era una certezza: come sua mamma, come le sue zie, come sua sorella, anche lei aveva un tumore.
Nello sconforto della notizia, che provoca un terremoto emotivo impossibile da scrivere, la signora ha però avuto la fortuna di incontrare la professionalità e la sensibilità della dottoressa Giuseppina Di Nardo prima e del professor Latorre dopo, lo stesso che qualche giorno fa l’ha operata per ben 7 ore restituendola alla vita con del tessuto canceroso in meno.
L’intervento è andato bene e la famiglia ha ricevuto il conforto necessario.
Da parte nostra, non solo ringraziamo la professionalità e l’umanità degli specialisti che finalmente si sono presi cura della giovane mamma, ma come associazione siamo a totale disposizione della paziente, per offrirle il supporto morale, materiale e psicologico che merita una giovane madre, consapevole che la sua vita non sarà mai più la stessa e che dovrà trovare dentro di sé la forza di andare avanti.
Sarà anche in nome suo che ci batteremo facendo appello alla Regione Basilicata affinché anche qui ci si occupi delle persone affette da mutazione BRCA1 e 2, perché la sorveglianza non sia un’utopia e perché chi ha già visto morire i propri cari attorno a sé smetta di vivere nella paura e recuperi la serenità necessaria ad andare avanti”.
Complimenti all’Associazione e alla sua combattiva presidente Mirna e un caloroso in bocca al lupo alla giovane lottatrice di Bernalda, che è riuscita a tenere duro, senza mai perdere la dignità.