La Rete degli Studenti Medi si mobilita in tutto il paese a una settimana dalla morte di Lorenzo Parelli, a seguito di un incidente avvenuto nella fabbrica dove svolgeva uno stage del programma di alternanza scuola-lavoro.
La Rete degli Studenti Medi vuole dire la sua su questa morte innocente e lo fa attraverso questo Comunicato:
“I morti sul lavoro non sono mai incidenti.
Sono il risultato di un sistema basato su irregolarità e illegalità che uccide in media tre lavoratori al giorno.
L’alternanza scuola-lavoro che ha ucciso Lorenzo ha rappresentato il suo ingresso in un mondo fatto di precariato, sfruttamento e assenza di tutele.
È impensabile che la scuola abbia accettato la pratica di trasferire i propri ragazzi, spesso anche minorenni, dalle aule alle industrie, che versano in questi stati di rischio da decenni.
Che uno studente appena maggiorenne sia l’ennesima vittima del sistema che non educa e non tutela non è un caso che può passare in sordina e soprattutto non può essere ritenuto un incidente.
Bisogna respingere l’idea di un sistema educativo aziendale, soprattutto in un paese in cui i luoghi di lavoro sono luoghi di morte, sfruttamento e rischio.
Da sempre la Rete degli Studenti Medi si è battuta contro la riforma renziana che ha reso obbligatori i percorsi di formazione, e ci si batterà ancora per evitare che questo sistema si estenda anche alle scuole secondarie di primo grado e nel biennio delle scuole superiori.
Avviare i ragazzi al lavoro è sinonimo di abituarli allo sfruttamento, alla dequalificazione, al pericolo e anche al rischio di morire.
Il caso di Lorenzo sarebbe stato molto meno doloroso se l’Italia avesse saputo che questo è un caso isolato, che non ci saranno altri morti.
Bisogna lottare affinché un giorno le industrie e i cantieri siano caratterizzati da sicurezza e rispetto della dignità dell’operaio e che l’avviamento al lavoro non sia un’esperienza traumatica da vivere al posto della vita scolastica.
Per questo la Rete degli Studenti Medi si mobilita anche in Basilicata durante il presidio nella città di Potenza accanto ai sindacati studenteschi e dei lavoratori e davanti le scuole di Venosa.
A Potenza una delegazione ha ottenuto un confronto con il prefetto per chiedere che le aziende siano costantemente controllate dall’amministrazione, perché non si cada nell’illegalità e perché la scuola sia a misura di studente e non venga considerata distribuzione di manodopera”.