E’ stata inaugurata venerdì 24 novembre, nel palazzo Malvinni Malvezzi di Matera, la mostra dell’artista Stefano Siggillino sul tema “Eco e Narciso. Tra mito e tragedia. L’esposizione resterà aperta dal 25 novembre al 15 dicembre 2023.
Si tratta di una concept-mostra che si sviluppa attraverso la suggestione di una pittura materica di grande impatto visivo, opere in controluce, video installazioni e musiche di sottofondo che accompagnano il visitatore in un percorso alla scoperta del mito e della tragedia di Eco e Narciso, rappresentata nella versione narrata dal poeta latino Ovidio.
La mostra, organizzata dal Circolo La Scaletta, è curata dallo storico dell’arte Edoardo Delle Donne ed è allestita in sette ambienti in cui sono state collocate opere pittoriche, grafiche, scultoree che seguono il filo conduttore della narrazione mitologica e della tragedia.
Introdotte da una video performance girata a Nisyros, durante un concerto notturno, che ha lo scopo di preparare il visitatore all’ingresso in un mondo sospeso, fatto di richiami ai paesaggi naturali e alla storia del Mediterraneo e della Grecia antica in particolare.
Gli ambienti sono audiodiffusi con le musiche di Luca Di Simino dello Studio Avie di Matera che creano un’atmosfera onirica mentre la stanza dedicata ad Eco è animata dalla voce del giovane attore Alessandro Intini.
Al termine del percorso, un omaggio al poeta lucano Rocco Scotellaro, nel centenario della nascita che sarà arricchito nei giorni 11 e 13 dicembre, dalla pièce teatrale realizzata dall’associazione MetaTeatro dal titolo: “Il sole delle mille Candele” con la regia di Emilio Andrisani.
Chiarisce il curatore della mostra, Edoardo Delle Donne:
“La dimensione tragica scorreva nel sangue della grecità. Sebbene il tragico non fosse, per quella straordinaria cultura, sinonimo di triste o drammatico, ma una persistente e irrespingibile attrazione, un furore dell’appartenenza al ciclo violento e inarrestabile del vivere nella natura madre dell’esistenza.
Una delle più antiche e infelici storie d’amore non corrisposto, fa da sfondo a due metamorfosi che spiegano la causa di un fenomeno, l’eco, e di una delicata forma della natura, un fiore, il narciso.
L’amore di Eco (la ninfa che si consuma fino a diventare solo una voce che ripete le parole altrui) per Narciso (il giovane che si consuma d’amore per sé stesso vedendosi riflesso in uno specchio d’acqua).
L’atteso incontro fra i due significherà per Eco la distruzione del sogno d’amore: Narciso non ha occhi che per la sua stessa immagine. Una tale crudele indifferenza logora tragicamente Eco che perde la sua forza invocando Narciso, di lei non resteranno che la voce (né le ossa né i capelli, né l’ombra) e si spegnerà pian piano, limitandosi a ripetere l’ultima sillaba dei viandanti che passavano lungo la sua strada.
Ma anche Narciso morirà consunto dal più vano e ridicolo sogno d’amore, mutato dalla dea vendicatrice nel fiore che conserva il suo nome e che i greci, per questo, avevano consacrato. Siggillino riesce a rappresentare tutto questo con l’originalità delle sue opere e della sua arte”.
Sottolinea il presidente del Circolo La Scaletta, Paolo Emilio Stasi:
“Abbiamo voluto fortemente proporre questa mostra per omaggiare il talento di un giovane artista lucano che riesce sempre ad emozionare con le sue opere e le sue performance.
Il mio compito è quello di ringraziare la Provincia di Matera che ci ha concesso di esporre in questo splendido palazzo, i volontari di open culture che ci aiuteranno a rendere fruibile la mostra e infine il nostro direttore artistico e storico dell’arte, Edoardo Delle Donne, la segreteria e il consiglio direttivo del circolo e Niccolò per l’ennesima bella locandina dell’evento”.
Spiega Stefano Siggillino:
“Il racconto di Eco e Narciso è quello di un amore malato.
L’esposizione vuole raccontarlo attraverso la trasposizione del mito nell’arte seguendo il filo conduttore della cultura ellenistica che per me è sempre stata fonte di ispirazione.
Nella maggior parte delle mie opere ho inserito la ricerca di una semplicità, come ritorno all’essenziale, sia nelle forme sia nell’utilizzo dei colori.
La mia vera ossessione è il Mediterraneo, specialmente la cultura greca. Il Blu è il colore predominate in cui perdersi, il color oro e le linee ben definite invece l’aggancio per ritrovarsi”.