Al ministro Franceschini: “Come è possibile anche solo pensare a Matera come sito per un deposito di scorie radioattive?” Ecco la lettera

Il segretario provinciale di Matera, Francesco Pantone, scrive una lettera aperta al Ministro Franceschini sulla designazione nelle varie possibilità di Matera come deposito di scorie radioattive:

Caro Ministro,

era il 18 Ottobre del 2014, quando con voce solenne, dal maxischermo sei stato proprio tu a dare quell’annuncio tanto atteso, quella proclamazione a Capitale della cultura europea che Matera ha meritato a pieno titolo.

Se pur lontano, in quel momento ti sarà arrivato l’urlo di gioia della piazza, le espressioni di sbalordimento e i volti rigati da lacrime miste a sorrisi.

Ti sarà arrivato l’orgoglio e l’entusiasmo di un popolo consapevole del prestigio che tutto ciò comportava.

Avrai letto i fiumi di parole che, negli anni a venire, hanno raccontato la straordinarietà di questi luoghi.

Avrai senz’altro guardato le suggestive immagini che sui media nazionali e internazionali si sono susseguite e che hanno emozionato migliaia di turisti che, una volta qui, nella città dei Sassi, si sono lasciati affascinare dalla bellezza indiscussa di questa città, tanto da conservarne il ricordo per lungo tempo sino a coltivare il desiderio di ritornare.

Nelle tue stesse numerose visite fra i vicoli del sasso Barisano e Caveoso, nell’habitat preistorico della Gravina, nelle Chiese Rupestri anche sul tuo volto abbiamo potuto scorgere la meraviglia, il compiacimento, l’interesse e lo stupore.

Tu stesso sei entrato in contatto con quel delicato e fragile ecosistema integrato fra uomo e natura che questo popolo ha saputo mantenere in equilibrio nei secoli.

Bene, questo patrimonio riconosciuto dall’UNESCO, prima, e premiato come capitale Europea della Cultura, poi, oggi, cerca un equilibrio tra la preservazione della delicatezza dei luoghi e la razionale gestione dei flussi di visitatori che servono allo sviluppo e all’economia del territorio.

Oggi Matera ha bisogno di mettere in campo tutto il proprio impegno per conservarne la storia, per custodirne le testimonianze, per promuovere la cultura e per mantenere inalterata la bellezza della città in un percorso di crescita e non di involuzione.

Per questo ti chiedo:

‘Come è possibile solo pensare a Matera come sito per un deposito di scorie radioattive?’

Sarebbe come far entrare un elefante in una cristalleria.

Sarebbe come contraddire le motivazioni che tutelano i siti Patrimonio dell’Umanità e controvertire le direttive di sorveglianza e di protezione.

Per la formulazione delle osservazioni e delle proposte tecniche sulla valutazione potenziale delle aree, io, non andrò a ricercare problemi geologici o morfologici, non valuterò le condizioni di esposizione a rischio da eventi naturali o sismicità, ma voglio solo ricordarti, Caro Ministro:

  • i silenzi acuti dei vicoli assolati,
  • gli anfratti che raccolgono l’intimità dei vicinati,
  • le pietre sui cui è scritta la storia nei millenni,
  • le chiese che raccontano la religiosità della gente sciorinata in mille riti e celebrazioni,
  • l’ingegnosità di un architettura sopravvissuta nei secoli con un sistema ecosostenibile e funzionale in perfetto equilibrio fra bisogni dell’uomo e la sua integrazione con l’ambiente”.