Achille Lauro conclude in bellezza la sua seconda esperienza da big al Festival di Sanremo e interpreta la sua canzone “Me ne frego” con una serie di performance teatrali destinate a far discutere ancora a lungo critica e pubblico.
Il cantautore romano, nel quale ha creduto il manager materano Angelo Calculli, ha esaltato, al festival delle canzone italiana una serie di personaggi, icone e simboli della storia, indossando i costumi Gucci ideati dallo stylist Nick Cerioni.
Nella classifica finale, il brano “Me ne frego” si è piazzato all’ottavo posto su 23 concorrenti in gara.
Il manager “visionario” Calculli, il primo a credere due anni e mezzo fa nel cambio di rotta dal punto di vista artistico del cantautore romano Achille Lauro, traccia il bilancio del Sanremo 2020 del suo “pupillo”:
“Me ne frego è un inno alla libertà, ma non alla libertà anarchica e senza regole.
La libertà di essere quello che ci si sente di essere, senza doversi omologare a tutti i costi e senza temere di essere oggetto di giudizi di finti ben pensanti.
Fregatevene ragazzi di quella chiusura provinciale di cui la nostra città è pregna.
Siate liberi nel pensare, nel fare, nel creare, nel vivere!
Liberatevi del mostro consortiero che tiene prigioniera la nostra terra, la nostra città e voi.
Prendete in mano la vostra vita e vivetela intensamente e in libertà.
So cosa vuol dire vivere e lavorare li, in un continuo e perpetuo ‘compromesso comportamentale’, sempre sottoposti a giudizio specie se si è liberi pensatori e se non si è ‘figli di famiglia’, ‘cervelli pensanti’, ‘schiavi senza catene’.
Me ne frego, vado avanti, vivo, faccio: questo è il messaggio che abbiamo voluto dare con la canzone, questo è il senso vero della scelta dei personaggi che io, Nick Cerioni e Achille Lauro abbiamo pensato di portare sul palco dell’Ariston.
Menefreghisti positivi, uomini e donne liberi e scevri da qualsiasi logica di potere personale.
Un Santo che se ne è fregato della ricchezza e ha scelto la ‘libera’ povertà, un cantante che se n’è fregato dei generi e delle classificazioni sessiste, una Marchesa che a dispetto del suo benessere ha scelto di vivere lei stessa come un opera d’arte e diventando una mecenate fino a morire in povertà e una regina che ha scelto la morte, evitando di curarsi abdicando, pur di restare lì a proteggere e vivere per il suo popolo!
Matera ha bisogno di vivere e respirare la vostra libertà, ragazzi.
La libertà non si insegna a scuola, la libertà è dentro ognuno di voi e dovete solo non temere di esprimerla nel vivere quotidiano, nelle vostre forme di arte, nei vostri studi, nella vostra creatività, nelle vostre passioni.
Achille Lauro è uomo libero, con i suoi pregi e i suoi difetti come tutti noi, ed ha scelto di vivere esprimendo la sua arte in totale libertà.
Io sono onorato di servirlo più di quanto possa esserlo stato quando ho servito persone che mi consideravano un matto, un folle, uno alla buona, a partire dalle persone con cui condivido lo stesso sangue.
Da oggi torneremo a lavorare ai progetti live e spero di potervi accogliere numerosi quando passeremo a Sud”.
Ecco il messaggio speciale dedicato da Angelo Calculli ad Achille Lauro, già pubblicato sul suo profilo Instagram Sanremo 2020:
“È finita! Oggi chiudiamo un altro capitolo della nostra avventura insieme.
Grazie amico mio, grazie per avermi fatto condurre il nostro meraviglioso transatlantico fino qui.
Grazie per credere in me e grazie per essermi amico come mai avrei pensato potesse accadere nella vita.
Tu, 29 anni, io 57.
La vita è strana ci ha impiegato cosi tanto tempo a farmi incontrare un amico vero, sincero , leale e pulito come te.
Una amicizia cosi diversa e particolare che ho solo con te e con i miei figli (due tuoi coetanei) e che non riesco a spiegarmi.
È difficile per me capire il nostro strano legame che a volte penso sia anche paterno, ma di fatto non lo è, non può esserlo.
Tu spesso dici che un giorno ti sveglierai e dirai dov’è Angelo, e le persone vicine a te ti risponderanno: Angelo chi?
Quasi a voler dire che io non sono mai esistito.
Anche io un giorno dirò dov’è il mio amico Lauretto, ma nessuno potrà convincermi che tu non sia mai esistito, perché tu ora sei mito, leggenda, storia e sarai considerato un esempio, un modello di riferimento per l’arte del nostro paese.
Ti voglio bene Lauretto De Marinis e voglio bene anche al tuo alter ego Achille Lauro, il personaggio pubblico, la star che tutti conoscono.
Ma io sono fortunato, perché non tutti conoscono Lauretto, la persona più speciale che mi è capitata di incontrare, la mia vera lezione di vita, il faro che genera la luce, che vedo dopo aver girato la boa della mia esistenza terrena e che spero mi accompagnerà fino alla fine del mio viaggio.
Il mio cuore per te Achille Lauro”.