“Campania, prima regione in Italia per imprenditorialità giovanile, secondo posto per numero di iscritti all’Università e terza regione italiana per numero di startup.
Allora esiste la speranza che il Sud ce la possa fare, che si possa uscire dalla depressione, non solo economica, e guardare al futuro senza rassegnarci ad essere una terra di anziani.
E se ce la fa la Campania, perché non dovrebbe la Basilicata?
Ma in Campania, accanto all’Università Federico II, c’è una certa Apple Academy; insieme trainano la new economy e consentono investimenti di imprese hi tech nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, fucina di talenti provenienti da tutto il mondo. Modello e visione del futuro che non ha lesinato di coinvolgere partners internazionali senza limitarsi a connessioni locali di corto respiro e di piccolo cabotaggio.
Noi lucani, invece, ci concentriamo sul nostro orticello e ci condanniamo da soli a non seguire gli esempi virtuosi dei nostri vicini.
Lo diciamo da mesi che non abbiamo nulla da inventare, solo saper copiare i modelli che hanno avuto successo, non solo Irlanda, India, Polonia, Slovenia, oltre a Cina e Silicon Valley, ora anche Napoli.
Anche per questi motivi non si comprende, ovvero si comprende benissimo, perché il progetto redatto dalle eminenze della Apple Academy per la regione Basilicata, Academy delle imprese culturali e creative di Matera, sia stato accantonato, oltre che pagato, per essere sostituito da uno rielaborato all’interno del dipartimento delle attività produttive della regione, stravolgendo tutto l’ impianto suggerito da chi questi sistemi li governa con risultati eccellenti.
Nella rielaborazione casereccia spariscono:
- la gara internazionale per trovare il soggetto gestore in grado di far volare l’iniziativa,
- l’impostazione imprenditoriale che avrebbe garantito la continuità dopo i tre anni coperti dal finanziamento pubblico,
- il cofinanziamento del soggetto individuato con la gara,
- il ruolo di connessione e coordinamento della Academy con l’Università della Basilicata e gli Istituti Tecnologici Superiori (ITS) promossi in Regione.
Proprio a proposito di ITS è di oggi la denuncia del consigliere Perrino, onore al merito, che chiede all’ assessore regionale che fine hanno fatto gli ITS candidati (18 richieste da 13 soggetti differenti) dopo la manifestazione di interesse del gennaio 2023 e chiede, anche, se corrisponde al vero la notizia che la giunta avrebbe ritirato, il 5 dicembre scorso, la delibera collegata alla citata manifestazione di interesse.
Indietro tutta, quindi.
Salta, perciò, il percorso virtuoso che la regione avrebbe potuto attivare, seguendo il modello descritto nel progetto, pagato ed accantonato, dell’ Università Federico II/Apple Academy:
- ragazzi lucani formati negli ITS,
- Academy per i cinque settori coperti dai cinque cluster regionali (cultura e creatività, osservazione della terra, bioeconomia, energia ed automotive),
- coordinamento della politica per rendere attrattiva la regione ai talenti da tutto il mondo (250 all’anno),
- contaminazione tra i ragazzi lucani formati negli ITS e nell’ Unibas ed i talenti esterni per creare nuove imprese lucane,
- candidatura di questo complesso progetto di sviluppo al tavolo ministeriale della ZES unica meridionale.
Non dobbiamo inventarci nulla, solo copiare “cum grano salis”, purché il sale venga utilizzato per il futuro dei giovani lucani e non esclusivamente per la prossima campagna elettorale”.
Lo dichiara Enzo Acito (Azione), ex consigliere regionale.